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Papa Francesco, l'incontro con l'altro, lo straniero è incontro con Cristo

Papa Francesco celebra la Messa alla Fraterna Domuns a Sacrofano  |  | Vatican Media Papa Francesco celebra la Messa alla Fraterna Domuns a Sacrofano | | Vatican Media

“Proviamo legittima paura di fronte a situazioni che ci sembrano senza via d’uscita. E non bastano le parole umane di un condottiero o di un profeta a rassicurarci, quando non riusciamo a sentire la presenza di Dio e non siamo capaci di abbandonarci alla sua provvidenza”.

Lo ha detto Papa Francesco nella omelia della messa che oggi pomeriggio ha celebrato alla Fraterna Domus di Sacrofano  vicino Roma in apertura del Meeting “Liberi dalla paura”, promosso e organizzato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, dalla Caritas Italiana e dal Centro Astalli dal 15 al 17 febbraio 2019.

Un invito a non ripiegarsi su se stessi che è “segno di sconfitta” e “ accresce il nostro timore verso gli “altri”, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri”. L apaura è origine della schiavitù e della dittatura dice il Papa, perché sulla paura del popolo crea la dittatura. 

Un timore “legittimo, anche perché manca la preparazione a questo incontro” ha sottolineato il Papa , ma “siamo chiamati invece a superare la paura per aprirci all’incontro. E per fare questo non bastano giustificazioni razionali e calcoli statistici”. E del resto “l’incontro con l’altro, poi, è anche incontro con Cristo” e  “il Signore non ci abbandona! Anche se siamo uomini e donne “di poca fede”, Cristo continua a tendere la sua mano per salvarci e permettere l’incontro con Lui, un incontro che ci salva e ci restituisce la gioia di essere suoi discepoli.

Se questa è una valida chiave di lettura della nostra storia di oggi, allora dovremmo cominciare a ringraziare chi ci dà l’occasione di questo incontro, ossia gli “altri” che bussano alle nostre porte, offrendoci la possibilità di superare le nostre paure per incontrare, accogliere e assistere Gesù in persona”.

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Essere liberato dalla paura è “una grazia che porta con sé una missione, frutto di affidamento completo al Signore, che è per noi l’unica vera certezza. Per questo, come singoli e come comunità, siamo chiamati a fare nostra la preghiera del popolo redento: «Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza»”.

Il Papa dopo la messa ha salutato le religiose che dirigono il centro.

Il Meeting dicono gli organizzatori “intende essere un momento di comunione con famiglie, parrocchie, istituti religiosi e altre realtà impegnate in percorsi di ospitalità di migranti, e vuole essere una risposta e un bilancio della mobilitazione a livello diocesano e parrocchiale avvenuta a seguito dell’appello del Papa all’Angelus del 6 settembre 2015, nel quale invitava le comunità religiose e i monasteri ad accogliere le famiglie di profughi”.