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Papa Francesco nomina don Attilio Nostro vescovo di Mileto- Nicotera- Tropea

Di origine calabresi è parroco a Roma e molto presente nei mass media

Don Attilio Nostro con Papa Francesco  |  | Vicariato di Roma Don Attilio Nostro con Papa Francesco | | Vicariato di Roma

Viene da Roma ma è di origini calabresi il nuovo vescovo nominato oggi dal Papa do Mileto-Nicotera-Tropea. Attilio Nostro, del clero della Diocesi di Roma è stato finora Parroco di San Mattia.

“Il neo vescovo è nato a Palmi il 6 agosto 1966, ordinato presbitero per la diocesi di Roma da Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993. Prenderà la guida della diocesi in seguito alle dimissioni di mons. Luigi Renzo” come si legge nel sito della diocesi, Nostro è stato parroco a San Mattia, dopo aver guidato per 12 anni la Parrocchia di S. Giuda Taddeo nel quartiere Appio Latino. Originario di Palmi, è un volto noto di TV 2000 ed spesso ospite di Radio Maria. La sua storia di vocazione ha una origine particolare: ”La mia passione era la pallacanestro, torno lì ogni estate per un torneo. Dopo la morte di mio fratello mi sono riavvicinato alla fede, andando ad Assisi”.

Attilio Nostro è stato molto amato dai suoi fedeli. Significativa una descrizione che di lui è stata fatta qualche tempo fa: ” Calabrese di nascita, romano di adozione, don Attilio è un sacerdote di notevole levatura intellettuale, culturale e persino fisica; è un uomo di fede profonda, un organizzatore instancabile e un grande comunicatore, dotato di senso dell’umorismo; ed è anche un leader carismatico, che ha saputo conquistarsi la stima, la simpatia e l’affetto delle migliaia di frequentatori della chiesa di San Giuda, innanzitutto dei bambini, dei ragazzi e dei giovani”.

Entrato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore, ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote il 2 maggio 1993 per la Diocesi di Roma. Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di S. Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995) e di Gesù Divino Lavoratore (1995-2001); Parroco di S. Giuda Taddeo (2001-2014). Dal 2011 è stato Prefetto della XIX Prefettura della Diocesi di Roma per un quadriennio. Dal 2014 finora è stato Parroco di S. Mattia a Roma e insegnante di religione cattolica presso il Liceo Scientifico Nomentano.

L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest della Diocesi di Roma monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia", ha detto il vescovo ausiliare. "Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna". La celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano; la Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana dopo, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

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 "Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti- ha detto don Attilio Nostro salutando la comunità che ha guidato per quasi sette anni- Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e vice parroco: mi avete insegnato ad amare- ha proseguito- Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere perché se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più".
 
Nel messaggio per la comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato le sue origini calabresi. "Sono cosciente che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell'emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma"