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Papa Francesco proclamerà Sant’Ireneo dottore della Chiesa

Dovrebbe avere il titolo di Doctor Unitatis il santo che fu campione della lotta alle eresie e che diede per primo una sintesi globale del cristianesimo

Sant'Ireneo | Un ritratto di Sant'Ireneo di Lione | pd Sant'Ireneo | Un ritratto di Sant'Ireneo di Lione | pd

Sant’Ireneo di Lione, teologo del II secolo che fu campione della lotta alle eresie gnostiche sarà stato proclamato da Papa Francesco dottore della Chiesa. Il Papa aveva già annunciato la sua intenzione di proclamare Sant’Ireneo dottore della Chiesa dandogli il titolo di "Doctor Unitatis" lo scorso 7 ottobre, incontrando il gruppo misto di lavoro cattolico ortodosso che prende proprio il nome del Santo. Con la decisione di oggi, si fa un passo avanti verso la sua proclamazione.

La decisione è stata presa nell'udienza concessa dal Papa al Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il cardinale - si legge nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede - "ha proposto al Sommo Pontefice di accogliere il parere affermativo della Sessione Plenaria dei Cardinali e Vescovi Membri del medesimo Dicastero, circa il conferimento del titolo di Dottore della Chiesa universale a Sant’Ireneo, Vescovo di Lione, nato probabilmente a Smirne (ora Turchia) fra il 130 e il 140 e morto a Lione (Francia) nel 202".

Chi era Sant’Ireneo? Nato probabilmente a Smirne, arrivato in Gallia nel 177 e discepolo di Policarpo e indirettamente dell’apostolo Giovanni, è stato il primo teologo cristiano a tentare di elaborare una sintesi globale del cristianesimo primitivo. Parlava il greco, ma per evangelizzare celtici e germanici imparò le lingue di popoli considerati barbari.

Di fronte all’insorgere dello gnosticismo, che fu la prima forma di eresia con un impianto dottrinale che affascinava anche i cristiani colti, e di fronte al diffondersi del neoplatonismo, Ireneo lavorò per dare una risposta teologica decisiva nel mostrare gli errori di entrambe. Se gli gnostici dicevano che la fede insegnata era solo un simbolismo per i semplici, incapaci di capire le cose difficili, Ireneo sottolineava come la proposta cristiana fosse universale. Con i neoplatonici, Ireneo si mise in dialogo, elaborando personalmente alcuni dei suoi principi generali.

Dei suoi scritti rimangono due opere: i cinque libri intitolati “Contro le eresie” e l’“Esposizione della predicazione apostolica”, definito anche il più antico catechismo della dottrina cristiana.

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Sant’Ireneo sarà il 37esimo Santo ad essere riconosciuto dottore della Chiesa, un titolo emerso per la prima volta nel corso dell’Alto Medioevo, che viene conferito per aver mostrato tre qualità: essere una persona di eminente cultura (eminens doctrina); mostrare un marcato grado di santità nella vita (insignis vitae sanctitas); essere riconosciuta per tali qualità da una dichiarazione della Chiesa (ecclesiae declaratio).

Sant’Ireneo si unirà così ad altri 32 uomini che sono stati così onorati, insieme a quattro donne (tutte nominate a partire dal 1970). Dei 37 dottori della Chiesa finora riconosciuti (quando Sant'Ireneo sarà proclamato tale), sette sono stati nominati dal 1970, e 20 dalla chiusura del Vaticano I nel 1870. Le Chiese cristiane d’Oriente tipicamente riconoscono ancora tutti coloro che sono stati onorati come dottori della Chiesa prima del Grande Scisma tra Oriente e Occidente nel 1053, anche se le Chiese orientali tendono a non usare il titolo; le singole Chiese talvolta hanno le loro proprie tradizioni moderne di tali figure. La nomina di Sant’Ireneo potrebbe anche fare da ponte, perché potrebbe essere riconosciuta anche dalle Chiese orientali, come è stato per San Gregorio di Narek.

L'opera di Sant'Ireneo unisce, più che dividere. È stato campione contro le eresie (la sua opera più famosa è Contro le Eresie, ma ha anche affermato l’universalità della possibilità di salvezza e della bontà intrinseca della creazione, contro gli gnostici del tempo. Spiegando la sua scelta al gruppo misto di lavoro, il Papa ha ricordato che Sant’Ireneo “veniva dall’Oriente, esercitò il suo ministero episcopale in Occidente, e fu un grande ponte spirituale e teologico tra i cristiani orientali e occidentali”.

Nel 2007, Benedetto XVI dedicò una catechesi a SantIreneo, sottolineando come il santo perseguisse il duplice scopo di “difendere la vera dottrina dagli assalti degli eretici, ed esporre con chiarezza le verità della fede”.

Benedetto XVI sottolineò che “radicandosi saldamente nella dottrina biblica della creazione”, Ireneo confutò “il dualismo e il pessimismo gnostico che svalutavano le realtà corporee” e rivendicò “decisamente l’originaria santità della materia, del corpo, della carne, non meno che dello spirito”.

Per Benedetto XVI, Ireneo “si presenta come il primo grande teologo della Chiesa, che ha creato la teologia sistematica; egli stesso parla del sistema della teologia, cioè dell’interna coerenza di tutta la fede. Al centro della sua dottrina sta la questione della Regola della fede e della sua trasmissione. Per Ireneo la Regola della fede coincide in pratica con il Credo degli Apostoli, e ci dà la chiave per interpretare il Vangelo”.

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Benedetto XVI spiegò che polemizzando con il carattere segreto della tradizione gnostica, Ireneo “si preoccupò di illustrare “il genuino concetto di Tradizione apostolica” che è “pubblica”, “unica” e “pneumatica”, guidata cioè dallo Spirito Santo “che la rende viva e la fa essere rettamente compresa dalla Chiesa”.