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Papa Francesco sarà accolto dal monaco buddista che prega di fronte il tabernacolo

Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente di fronte il tabernacolo del Santuario di Maria Theotokos | Daniel Ibanez / ACI Group
Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente di fronte il tabernacolo del Santuario di Maria Theotokos | Daniel Ibanez / ACI Group
Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente nel santuario di Maria Theotokos, di fronte la vetrata colorata che ricorda i momenti della passione di Gesù | Daniel Ibanez / ACI Group
Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente nel santuario di Maria Theotokos, di fronte la vetrata colorata che ricorda i momenti della passione di Gesù | Daniel Ibanez / ACI Group
Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente con alcuni bambini nel santuario di Maria Theotokos  | Daniel Ibanez / ACI Group
Il monaco buddhista Luce Ardente | Luce Ardente con alcuni bambini nel santuario di Maria Theotokos | Daniel Ibanez / ACI Group

Si chiama Phra Mathongrattana, ma il suo nome da focolarino è “Luce Ardente”. Perché questo monaco buddista, definito da alcuni “il San Paolo del Buddismo”, ha sposato in pieno l’ideale del movimento dei focolari. Tanto da venire con i suoi monaci a Loppiano, partecipare alla vita della comunità cattolica, persino pregare di fronte il tabernacolo. “Ho imparato l’amore di Chiara Lubich: l’amore senza confini”, dice ad ACI Stampa.

C'è anche lui, con altri 9 monaci buddisti provenienti dalla Thailandia, a ricevere Papa Francesco a Loppiano. “Io – racconta ad ACI Stampa – vorrei dire al Papa una cosa: che sono un figlio di Chiara Lubich. Ho scoperto l’ideale di Chiara Lubich quando mi ha parlato dell’arcobaleno dei sette colori”.

Quella dell’arcobaleno è una delle caratteristiche spirituali del Movimento dei Focolari. Chiara Lubich ne parlò a Rocca di Papa, in un discorso del Venerdì Santo del 1968 con i Gen, i giovani del movimento.

“Il Signore mi ha fatto capire - aveva detto la fondatrice del movimento - che come la luce si scinde in sette colori, quelli dell’arcobaleno, ma sempre luce è il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco, il violetto, così l’amore è sempre amore, ma ci fa mettere tutto in comune”.

Significa – commenta Luce Ardente – che “c’è unità nella distinzione senza che siamo separati gli uni dagli altri”.

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Continua il monaco buddista: “La legge dei sette colori è una legge di natura, una filosofia universale che tutti possono capire, perché tutti la possono imparare, apprendere e usare nella propria vita. Se guardi un arcobaleno, ci sono sette colori. Non se ne vede solo uno, ma tutti è sette insieme. Per quello, noi dobbiamo puntare all’unità”.

Come ha fatto Luce Ardente a conoscere la spiritualità del movimento? “C’è stato un thailandese che è venuto ad abitare a Loppiano, e poi è tornato in Thailandia per diventare monaco buddhista. Era rimasto d’accordo con Chiara Lubich che sarebbe tornato, e quando è tornato mi ha introdotto a Chiara Lubich e alla spiritualità del Focolare”.

Per Luce Ardente, non è più il momento per le persone di mettersi da una parte, perché nessuno è un’isola. “Per questo, ho voluto far parte del Focolare, esserne un membro. Voglio far parte della fratellanza universale”.