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Papa Francesco, sovraffollamento carcerario ed ergastolo distruggono la dignità umana

Nella udienza ai la Polizia Penitenziaria, il Personale dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità.

Papa Francesco  |  | Daniel Ibanez/ Aci Group Papa Francesco | | Daniel Ibanez/ Aci Group

“Quando, oltre a essere custodi della sicurezza siete presenza vicina per chi è caduto nelle reti del male, diventate costruttori di futuro: ponete le basi per una convivenza più rispettosa e dunque per una società più sicura”.

Papa Francesco lo ha detto oggi nella udienza alla Polizia Penitenziaria, il Personale dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità.

Una vera festa in Piazza San Pietro che ha visto riuniti per la prima volta migliaia di operatori e volontari, insieme ai loro familiari, in una comunione che crea relazioni tra pari, fuori da ogni ruolo e gerarchia come ha ricordato il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini nel suo saluto .

“Non dimenticatevi- ha detto il Papa- per favore, del bene che potete fare ogni giorno. Il vostro comportamento, i vostri atteggiamenti, i vostri sguardi sono preziosi. Siete persone che, poste di fronte a un’umanità ferita e spesso devastata, ne riconoscono, a nome dello Stato e della società, l’insopprimibile dignità”.

Il Papa mette il dito sulla piaga del sovraffollamento “che accresce in tutti un senso di debolezza se non di sfinimento. Quando le forze diminuiscono la sfiducia aumenta. È essenziale garantire condizioni di vita decorose, altrimenti le carceri diventano polveriere di rabbia, anziché luoghi di ricupero”.

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Poi il necessario sostegno delle famiglie e il ruolo dei religiosi: “avanti quando vi addentrate nelle situazioni più difficili con la sola forza del sorriso e di un cuore che ascolta, avanti quando vi caricate dei pesi altrui e li portate nella preghiera. Avanti quando, a contatto con le povertà che incontrate, vedete le vostre stesse povertà. È un bene, perché è essenziale riconoscersi prima di tutto bisognosi di perdono”.

Il Papa si rivolge ai detenuti: “Non lasciatevi mai imprigionare nella cella buia di un cuore senza speranza, non cedete alla rassegnazione. Dio è più grande di ogni problema e vi attende per amarvi. Mettetevi davanti al Crocifisso, allo sguardo di Gesù: davanti a Lui, con semplicità, con sincerità. Da lì, dal coraggio umile di chi non mente a sé stesso, rinasce la pace, fiorisce di nuovo la fiducia di essere amati e la forza per andare avanti”.

E ancora una volta il Papa sottolinea: “l’ergastolo non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere. Perché se si chiude in cella la speranza, non c’è futuro per la società. Mai privare del diritto di ricominciare! Voi, cari fratelli e sorelle, col vostro lavoro e col vostro servizio siete testimoni di questo diritto: diritto alla speranza, diritto di ricominciare. Vi rinnovo il mio grazie”.