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Polonia, il coronavirus non ferma la generosità

sono più di 100.000 i volontari delle diocesi aiutano i bisognosi e in Italia arrivano 15 medici polacchi

I medici polacchi arrivati ieri pomeriggio a Roma  |  | Ambasciata polacca presso la Santa Sede I medici polacchi arrivati ieri pomeriggio a Roma | | Ambasciata polacca presso la Santa Sede

Pacchi di cibo senza contatto, pasti caldi per anziani e persone in quarantena, raccolte di cibo, attrezzature ospedaliere, workshop virtuali e compiti a casa per i bambini, nonché sostegno spirituale e psicologico, sono solo alcune delle iniziative caritatevoli portate avanti dalla Chiesa durante l’epidemia di coronavirus. Più di 100.000 volontari provenienti da tutte le 44 diocesi polacche ne sono coinvolti, racconta il portavoce della Conferenza Episcopale Polacca, p. Paweł Rytel-Andrianik.

In quasi tutte le diocesi sono state istituite speciali linee telefoniche di assistenza per le persone che hanno bisogno di sostegno spirituale, di conversazione e di conforto. “Sacerdote al telefono” è una speciale linea telefonica di assistenza, lanciata dall’Arcidiocesi di Poznań, dove si può parlare con i sacerdoti ogni giorno.

Le diocesi organizzano raccolte di fondi per l’acquisto di attrezzature per gli ospedali, per esempio ventilatori e materiali di protezione per il personale medico. Le suore religiose, le comunità, i partecipanti ai laboratori di terapia occupazionale cuciscono ogni giorno migliaia di mascherine con materiali donati dagli sponsor.

Viene dato sostegno anche ai senzatetto, ad esempio nei rifugi notturni, nelle mense o nei bagni. Ai bisognosi vengono distribuiti prodotti igienici, scarpe e vestiti. Ai senzatetto vengono distribuiti prodotti per l’igiene e disinfettanti.

La varietà delle attività di assistenza e la loro portata è la risposta della Chiesa alla chiamata di Gesù all’amore per il prossimo e alla cura dei bisognosi. “La solidarietà è necessaria in ogni situazione; c’è bisogno di persone che vadano ad aiutare chi è anziano, solo, chi abbia bisogno di qualcuno che faccia la spesa, e c’è anche bisogno di contatti, anche telefonici, affinché le persone non si sentano completamente sole” – sottolinea l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca.

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La generosità si esprime anche nel sostegno ad altri paesi europei. Anche dalla Polonia infatti sono arrivati in Italia ieri pomeriggio 15 medici polacchi che aiuteranno i colleghi italiani nella lotta con il coronavirus. Sono specialisti in terapia intensiva e rianimatori, tre squadre di medicina di emergenza che saranno operative agli Spedali Civili di Brescia. Si tratta di una missione civile-militare dell’Istituto Militare di Medicina e del Centro Polacco per l’Aiuto internazionale, ente registrato presso l’OMS, con grande esperienza in missioni di questo tipo. I polacchi presteranno il loro aiuto nell’ospedale da campo di Brescia, in Lombardia, dove la situazione è in questo momento la più critica e che continua a registrare il numero più alto di malati di Covid19.

La missione verrà interamente finanziata dalle risorse dell’Istituto Medico Militare polacco.

Molti sono già i medici e gli infermieri polacchi che lavorano fianco a fianco con i loro colleghi italiani nelle strutture sanitarie di tutta la penisola, condividendone i rischi. Nel gruppo di ricercatori italiani che è riuscito a scoprire l’enzima che potrebbe dimostrarsi fondamentale nella lotta contro il coronavirus c’è anche un polacco, il professor Marcin Drąg del Politecnico di Breslavia.

 

 

 

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