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Pontificio Istituto Missioni Estere, la missione in Algeria estesa in Tunisia

Cattedrale San Vincenzo de' Paoli | La cattedrale di San Vincenzo de' Paoli a Tunisi | Wikimedia Commons Cattedrale San Vincenzo de' Paoli | La cattedrale di San Vincenzo de' Paoli a Tunisi | Wikimedia Commons

I missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere si preparano a estendere la missione in Algeria anche verso la Tunisia, toccando così un Paese dove è proibita ogni forma di pubblico annuncio del Vangelo e dove si vive ancora la delicata transizione dalla “Primavera Araba” del 2011.

La decisione arriva al termine della XV assemblea generale del PIME, che si è conclusa lo scorso 23 maggio a Roma. L’assemblea – si legge sul sito del PIME – ha accolto “la richiesta del Superiore Generale di allargare la presenza missionaria nel Maghreb”.

Con questa decisione sono 19 i Paesi raggiunti dai missionari dell’istituto.

L’Assemblea generale del PIME ha anche inviato un messaggio a tutti i membri dal titolo “Guai a me se non predicassi il Vangelo”, in cui si sottolinea che “complessivamente, è stato il nostro impegno ad gentes a guidare le riflessioni e a orientare le scelte operative per il prossimo sessennio, sottolineando il carisma e il senso di appartenenza dell’Istituto”.

La missione del PIME in Algeria è presente dal 2006. L’estensione alla Tunisia allarga l’interesse missionario nell’area del Maghreb, in condizioni non sempre facili.

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Arcivescovo di Tunisi è padre Ilario Antoniazzi, che guida l’unica diocesi del Paese dal 2013, dopo aver trascorso oltre 50 anni in Medio Oriente. Dopo gli attentati terroristici che hanno colpito l’Algeria nel 2015 (quello al Museo del Bardo e quello alla spiaggia di Sousse), l’arcivescovo Antoniazzi ha riscontrato maggiore apertura da parte delle autorità musulmane, che lo hanno invitato più volte a raccontare le attività della Chiesa.

Nonostante i buon rapporti tra cristiani e musulmani e una nuova costituzione che garantisce libertà di coscienza, la Chiesa ancora non può predicare se non nelle chiese o negli edifici delle Congregazioni religiose.

La diocesi di Tunisi, l’unica nel Paese, conta su circa 40 sacerdoti di 15 nazionalità diverse, 90 religiose cattoliche, 9 scuole cattoliche che sono frequentate da oltre 8 mila studenti di fede islamica, e 5 chiese. I cattolici sono circa 20 mila.

La Caritas tunisina soccorre i migranti in transito, offre corsi di alfabetizzazione per adulti, assiste le persone anziane e i malati, sostiene le famiglie povere. Molti volontari sono musulmani.

Sarà questo il nuovo territorio di missione del PIME.