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Poteva essere il Primate Anglicano. Ha scelto di essere prete cattolico

Il 30 ottobre, il Cardinale Nichols, arcivescovo di Westminster, ha ordinato Michael Nazir-Ali, che ha lasciato il suo incarico di vescovo anglicano per abbracciare il cattolicesimo

Ordinazione Nazir-Ali | Un momento dell'ordinazione sacerdotale dell'ex vescovo anglicano Nazir-Ali, Londra, 30 ottobre 2021 | Flickr / Mazur Ordinazione Nazir-Ali | Un momento dell'ordinazione sacerdotale dell'ex vescovo anglicano Nazir-Ali, Londra, 30 ottobre 2021 | Flickr / Mazur

Si era parlato di lui come del possibile nuovo arcivescovo di Canterbury, ed era uno dei prelati più in vista della Chiesa Anglicana. Ma a 72 anni, sottolineando che la sua Chiesa aveva perso il suo spirito non lasciandogli scelta, il vescovo anglicano Michael Nazir-Ali si è convertito al cattolicesimo, ed è stato ordinato sacerdote dal Cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, lo scorso 30 ottobre.

Il passaggio nella Chiesa cattolica è avvenuto secondo la procedura prevista dall’Anglicanorum Coetibus di Benedetto XVI, redatta per agevolare il passaggio di gruppi di sacerdoti dalla Comunione Anglicana alla Chiesa Cattolica. Così, l’ex vescovo anglicano di Rochester entrerà in piena comunione con Roma come parte dell’Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham, creato proprio a seguito dell’Anglicanorum Coetibus nel 2011.

“Ti diamo il benvenuto con grande calore oggi, specialmente nella compagnia unica dell’Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham”, ha detto il Cardinale Nichols alla cerimonia di ordinazione.

Considerato anche un possibile candidato all’incarico di Arcivescovo di Canterbury e dunque di guida spirituale di 85 milioni di anglicani, Nazir-Ali è nato a Karachi, in Pakistan, nel 1949. Viene da una famiglia di radici cristiane e musulmane, ha cittadinanza britannica e pakistana, ed ha studiato nelle scuole cattoliche.

Nel 1976, è sacerdote anglicano. Ha lavorato in Pakistan, a Karachi e Lahore, è stato il primo vescovo di Raiwind, nel West Punjab, e poi è diventato vescovo di Rochester nel 1994.

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Sposato, con due bambini, è anche Membro della Camera dei Lord inglese dal 1999. Parte di due importanti commissioni internazionali di dialogo cattolico – anglicano, fu nel 2002 che per la prima volta il suo nome balzò alle cronache come un possibile candidato ad arcivescovo di Canterbury in successione del dimissionario arcivescovo Carey.

Ora, Nazir-Ali è un sacerdote cattolico. Nella sua omelia, il Cardinale Nichols ha ricordato che la Chiesa “ha due caratteristiche: la sua coesione e la sua missione”.

E ha poi ricordato che, dopo il grande evento della Pentecoste, è Pietro che parla, che mete in luce la missione della Chiesa. “La nostra missione – ha detto l’arcivescovo di Westminster – è sempre formata dall’interfaccia tra la gioia del vangelo e la storia e le culture di coloro cui il Vangelo è indirizzato. E quella dinamica va sotto la guida del successore di Pietro e di quelli attorno a lui, e uno con lui”.

L’ordinazione sacerdotale si tenuta nella chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione e San Gregorio, a WarwickStreet, che è la chiesa centrale dell’Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham.

Nazir-Ali si è poi rivolto ai presenti, riflettendo sulla sua decisione di diventare cattolico. Ha detto che “ci sono molte ragioni e non voglio darle tutte. Ma prima di tutto, volevo appartenere ad una Chiesa dove le decisioni che colpiscono tutti sono efficaci davvero in tutta la Chiesa”. Il secondo motivo era di voler stare in un luogo dove “c’era una chiaro corpo di insegnamento cui appellarsi quando è necessario farlo”.

E infine, per essere lì dove c’è “una adeguata autorità che guidi i fedeli in temi che sono controversi in questa cultura”.

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Nazir-Ali ha poi sottolineato di aver utilizzato la forma dell’Ordinariato per diventare cattolico perché ritiene che le tradizioni anglicane e cattoliche possono essere mutualmente arricchenti.

Dal 1992, dodici vescovi anglicani prima di Nazir-Ali si sono convertii al cattolicesimo, e molti convertiti vengono dal ramo Anglo-Cattolico della Chiesa di Inghilterra.

La conversione di Nazir-Ali è considerata la più significativa dai tempi di quella di Graham Leonard, ex vescovo anglicano di Londra ricevuto nella Chiesa cattolica nel 1994 dopo aver rifiutato l’ordinazione delle donne prete.

Parlando con il Daily Mail il 21 ottobre, anche Nazir-Ali si è detto deluso dalla Chiesa di Inghilterra, sottolineando che non ha difeso “valori fondamentali”, e mettendo in luce come le divisioni all’interno della stessa Chiesa di Inghilterra gli avessero dato l’impressione di essere in contrasto con l’Istituzione stessa della Chiesa”.

La decisione di diventare cattolico è stato definito da lui un momento agrodolce. Amaro, perché – ha detto – “sono profondamente rattristato per il fatto che la Chiesa d’Inghilterra non è più quella di cui facevo parte”. Ma anche dolce perché “sono entusiasta delle opportunità che l’adesione all’Ordinariato comporterà: difendere i diritti umani e aiutare milioni di cristiani che soffrono e tanti altri nel mondo. La Chiesa cattolica è un’organizzazione globale veramente unita, che infonde forza”.

Per Nazir-Ali, “la Chiesa anglicana è invece frammentata, è diventata un insieme disomogeneo di Chiese, molte delle quali sostengono interpretazioni contrastanti del cristianesimo. Anche quando riesce a mettersi d’accordo su alcune cose, queste decisioni non sembrano avere molto peso: la gente se ne va e ciascuno fa a modo suo”.

Nazir-Ali ha detto che anche la Chiesa Cattolica ha, sì, avuto la sua parte dei problemi, ma che “la fede e i valori sono quelli che sostengo anch’io e che vedo erosi nella Chiesa d’Inghilterra. Forse a 72 anni sarebbe stato più facile rimanere dov’ero: agire dall’interno per cambiare le cose che mi stanno tanto a cuore. Dovete credermi, ho provato, ma non sono riuscito. I consigli e i sinodi della Chiesa sono pieni di attivisti che hanno ciascuno un solo problema, spesso un’agenda bizzarra, sia che si tratti di correttezza culturale, di ‘cambiamento del clima’, della politica dell’identità, del multiculturalismo (che in realtà incoraggia le comunità a vivere separatamente) o di teorie critiche riguardanti la razza, la religione o il genere”.