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Pre-Sinodo, il racconto di Riccardo: “Noi giovani vogliamo più momenti come questo!”

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I giovani del Pre-sinodo hanno consegnato il documento finale a Papa Francesco durante la Messa della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro. Un lavoro intenso, ma ricco di emozioni. Giorni e notti di stesura, pur di far arrivare al Papa e ai Padri Sinodali la voce e le speranze di 15.000 giovani da tutti i continenti. ACI Stampa ne ha parlato con Riccardo Insero, Presidente della GiFra d’Italia e partecipante attivo ai lavori pre-sinodali.

Riccardo, com'è stato l'incontro con il Santo Padre? Cosa è rimasto delle sue parole nel vostro cuore?

L'incontro con Papa Francesco di lunedì scorso e di ieri mattina è stato veramente molto molto bello, intenso e ricchissimo. Mi hanno colpito la sua insistenza sulla necessità di mettersi in ascolto del mondo dei giovani, tenendo a distanza quelle che sono le analisi sul mondo giovanile che sono sì importanti ma fredde: esiste molto prima della "gioventù" quello che sono direttamente i giovani, volti, storie, sguardi personali. Quest’attenzione decisamente profonda mi ha personalmente fatto sentire veramente protagonista di questa Chiesa che troppo spesso pensa la sua pastorale con i giovani esclusivamente come destinatari di un servizio. Poi indubbiamente la chiave vocazionale di questo Sinodo: aiutare i giovani a comprendere quale sia la loro modalità di amare e di stare nel mondo. Facendo eco al “che cosa cercate?” di Gv 1,38, il santo Padre ci ha rivolto direttamente la domanda: “Cosa cerchi? Tu, cosa cerchi nella vita? Dillo, ci farà bene ascoltarlo”. Poi il riferimento al Vangelo come "linfa vitale" che rigenera continuamente la Chiesa. Ed infine l'invito a parlare durante i lavori di gruppo "apertamente", senza filtri perché i giovani dovevano (devono) essere i protagonisti di questo Sinodo veramente. Ci sono state infine le domande di alcuni giovani da tutto il mondo, con toccanti testimonianze e altrettanto toccanti risposte del Papa. Invito tutti a leggerle!

Come sono andati i lavori? Come era il programma delle vostre giornate?

Il programma delle giornate è stato variabile quasi tutti i giorni a seconda degli argomenti e delle fasi di preparazione e redazione del documento ma sostanzialmente in mattinata si faceva una piccola meditazione (nei gruppi o in aula) per poi affrontare gli argomenti sulla base della traccia di lavoro che ci era stata consegnata. Le principali tematiche, che poi costituiscono anche l'indice del documento sono tre: "i giovani nel mondo di oggi" e quindi una osservazione del mondo giovanile, poi il tema "fede e discernimento vocazionale" con particolare attenzione alle caratteristiche di colui/colei che accompagna il giovane nel discernimento vocazionale. Infine il tema più pastorale ed educativo, direttamente rivolto "alla Chiesa": quali iniziative rafforzare, quale atteggiamento avere nei confronti dei giovani, quali nuove modalità per annunciare il Vangelo nel contesto giovanile. Il tutto alternato in tre momenti di assemblea plenaria nei quali è stato presentato il documento in più bozze che poi ha avuto evoluzioni sulla base di singoli emendamenti. Ho potuto anche dare una mano ai lavori di traduzione dall'inglese all'italiano facendo un paio di nottate al pc con altri ragazzi, ci siamo divertiti moltissimo! Abbiamo avuto per i lavori di redazione anche una mezza giornata libera mercoledì, una serata bellissima di festa martedì sera, e sabato una visita alle ville pontificie e ai giardini di Castel Gandolfo che si è conclusa con una festa organizzata dai ragazzi della diocesi di Albano. Domenica mattina infine abbiamo vissuto la S.Messa della Domenica delle Palme che ha dato apertura alla settimana santa e all'interno della quale abbiamo consegnato il documento a Papa Francesco.

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Il documento finale che avete consegnato al Papa. Quali sono i temi predominanti? Come è strutturato?

I temi predominanti o perlomeno che ho trovato più interessanti del documento sono sicuramente una maggior attenzione all'accompagnamento dei giovani, una richiesta di maggiore concretezza da parte del clero nell'affrontare le questioni spinose, si chiede infatti di non essere superficiali. Accanto a questo una grande attenzione a quei giovani che vivono contesti sociali molto difficili, i problemi del lavoro e della dignità della persona, ma anche a coloro che vivono situazioni di persecuzione a causa della fede cristiana. Infine, non per importanza, grande attenzione alla dignità della donna, alle dipendenze legate al web ma non solo, e alle fatiche di noi giovani per costruire il nostro futuro.

Riccardo cosa ti porti a casa di questi giorni?

Che dire, una esperienza incredibile. Nel gruppo di lavoro ho avuto la grazia di avere con me 15 persone splendide, responsabili di movimenti giovanili cattolici, cristiani greco-cattolici, ma coloro che ci hanno dato più ricchezza sono stati un ragazzo non credente e un altro buddhista giapponese. Ci hanno aiutato a leggere la realtà anche da punti di vista diversi, e questo era molto importante sulla scia di quanto ci chiedeva il Papa. Come ho potuto dire anche in altre occasioni, spesso "ce la cantiamo e ce la suoniamo" all'interno dei nostri contesti "fra simili", ma è importante oggi uscire e mettersi in ascolto umile del diverso. Quanta ricchezza! E quante cose in comune col diverso si potrebbero scoprire se riuscissimo a fare di più questi momenti di incontro! "Incontro" infatti, come mi ha detto don Claudio in questi giorni a Roma, è sempre "in" ed è sempre "contro". Ho potuto chiacchierare poi, soprattutto durante i pasti, con fratelli e sorelle da tutto il mondo: Cina, Giappone, India, Indonesia, Filippine, Egitto, Africa, America (USA, Canada e America Latina), altri paesi d'Europa; ascoltare le loro storie, le loro fatiche quotidiane, i loro progetti, sentire come sono coinvolti nella vita della loro Chiesa locale ma non solo, è stato davvero tanto edificante per me. Qualcosa di incredibile! World is a wonderful place!