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Quel legame speciale tra la Vergine di Trsaat e la Santa Casa di Loreto

Madonna di Trsaat | L'immagine della Madonna di Trsaat, donata 650 anni fa dal Beato Urbano V alla popolazione inconsolabile per la perdita della Santa Casa | PD Madonna di Trsaat | L'immagine della Madonna di Trsaat, donata 650 anni fa dal Beato Urbano V alla popolazione inconsolabile per la perdita della Santa Casa | PD

Il Cardinale Josizp Bozanic celebra, come inviato speciale del Papa. Perché l’evento che avviene a Trsaat, Tersatto, nei pressi di Rijeka, sulle coste della Croazia, è di natura altrettanto speciale: si ricordano i 650 anni dell’arrivo dell’immagine della Vergine di Loreto. Che fu inviata da Beato Urbano V nel 1367, per “calmare il loro dolore”. Perché fu anche lì, in quel luogo chiamato Tersatto, che passò la Santa Casa di Loreto.

Trasportata dagli angeli su acqua e aria, salvata dalla furia della guerra e dal dominio musulmano, la Santa Casa di Loreto, la casa dove aveva abitato Maria, la madre di Gesù, ha avuto cinque traslazioni miracolose riconosciute, avvenute tra il 1291 il 1296:  Tersatto (nell’ex-Jugoslavia nel territorio che è oggi della città di Rijeka apunto) , ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.

La casa della Madonna a Nazaret era costituita di tre povere pareti in pietra addossate e poste come a chiusura di una grotta scavata nella roccia. La grotta è tuttora venerata a Nazaret, nella basilica dell’Annunciazione, mentre le tre pareti di pietra, dopo la cacciata dei cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, sono state salvate dalla sicura rovina quando i crociati furono espulsi deinitivamente dalla Palestina con la perdita del Porto di Accon. Così, le tre pareti della casa furono trasportate prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.

Secondo la tradizione, il trasporto avvenne per “ministero angelico”, ma oggi, in base a nuove indicazioni documentali, ai risultati degli scavi archeologici nel sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a studi filologici e iconografici, si va sempre più confermando l’ipotesi secondo cui le pietre della S. Casa sono state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa umana.

Ci sono alcuni studiosi, agli inizi di questo secolo, dicono di aver letto in altri documenti dell’archivio vaticano, oggi introvabili, secondo i quali la citata famiglia bizantina Angelo o De Angelis, nel sec. XIII, salvò le pietre della S. Casa di Nazareth dalle devastazioni dei musulmani e le fece trasportare a Loreto per ricostruirvi il sacello.

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Che sia di natura umana o meno, la storia della traslazione è straordinaria. A Tersatto la casa rimase per tre anni e mezzo. C’è una lapide, ancora oggi esistente, che ricorda “Venne la casa della Beata Vergine Maria da Nazarette a Tersatto l’anno 1291 alli 10 di maggio e si parti alli 10 di dicembre 1294”.

E Santa Caterina da Bologna riporta nel Rosarium, un testo del 1440, che Gesù, dialogando con lei, le ha rivelato che quella è la casa dove la Vergine fu concepita immacolata, e che alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa 

Successe così che - racconta la tradizione, ma anche una bolla di Pio IX - nella notte del 9-10 maggio 1291, per mano degli angeli, staccatala dalle fondamenta, fece trasportare la Santa Casa di Nazareth per lunghissimi tratti di aria e di mare verso le spiagge della Dalmazia. A Nazareth, rimasero soltanto le fondamenta della Santa Casa, tutt’oggi esistenti.

Trovarono la casa alcuni contadini, sorpresi di ritrovare una casetta in un luogo dove non c’erano capanne nemmeno case. La casa aveva con un piccolo altare di pietra, una croce greca al di sopra del muro, un focolare nero di fumo. Vennero fedeli da ogni parte, e il parroco, don Alessandro Giorgevich, impossibilitato a muoversi a causa di una malattia, ebbe direttamente l’apparizione della Vergine che gli attestò che sì, quella era la sua casa di Nazareth, dove avvenne l’annuncio dell’arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù. 

Per sicurezza, il signore della città, Nicolò Frangipane, mandò una delegazione in Palestina, e lì si notò effettivamente l’assenza della casa di Nazareth, dove erano rimaste solo le fondamenta. Il tutto fu testimoniato sotto giuramento, e i Frangipane vi fecero costruire un muro intorno, volendo poi costruire intorno alla casa un luogo degno.

Ma il 10 dicembre 1294, la Santa Casa misteriosamente scomparve. Sul luogo dove era, vi fu fatta costruire prima una cappella commemorativa e poi la Chiesa che tuttora esiste.

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Certo, di questa storia non esistono documenti, perché andarono distrutti da un incendio che nel 1629 fece cenere degli archivi della città. E la storia ha dell’ironico, perché quel poco che era stato conservato finì dimenticato in un treno durante la Grande Guerra, quando si cercò di mettere in salvo parte dei documenti.

Ci sono, però, dei documenti indiretti. E tra questi l’invio nel 1367 di una immagine della Vergine Lauretana, inviata dal Beato Urbano V per “calmare il loro dolore” per aver perduto la Santa Casa. Perché i tersattesi ritennero sempre un vero miracolo l’apparizione della casa e, una volta saputo che questa era a Loreto, cominciarono a fare continui pellegrinaggi verso Loreto, per pregare la Vergine che tornasse ad abitare tra loro.

L’icona di cui si festeggia il 650esimo anniversario rappresenta la Madonna che allatta un bambino. veniva un tempo attribuita direttamente a San Luca, e oggi si crede sia di un autore sconosciuto di scuola nordadriatica veneziana della prima metà del XIV secolo. Fatto sta che l’icona ha una importanza fondamentale per i Tersattesi.

Nel 1715, furono poste due corone sul capo della Madre e del Bambino, in presenza di una delegazione del Parlamento croato e su decreto del Vaticano: era la prima volta che un caso simile succedeva fuori dall’Italia. E nel 1930, Pio XI diede alla Chiesa di Tersatto il titolo di Basilica minore. In sette secoli di storia, il santuario ha ricevuto una ricca serie di lettere e di indulgenze da parte di vari Papi, e Giovanni Paolo II vi si recò anche in pellegrinaggio.