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A fianco dei più deboli: i 25 anni dell'Opera Don Orione in Romania

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Venticinque anni di missione, tra difficoltà ,progetti e speranza: l’Opera Don Orione festeggia quest’anno il 25° anniversario dell’arrivo dei primi missionari nel Paese. Era il 1991, e la loro attività fu subito rivolta ai più fragili e agli ultimi, ma anche al sostegno spirituale della numerosa comunità italiana. Oggi la Congregazione orionina è presente a Bucarest, Voluntari, Oradea e Iasi. Con ACI Stampa, Padre Pierre Assamouan Kouassi, consigliere generale dell'Opera Don Orione e responsabile della Pastorale Missionaria, parla del suo lavoro e della sua missione.

Padre Pierre quali sono le attività principali degli orionini in Romania? Di cosa si occupano?

La storia della Congregazione di Don Orione in Romania cominciò all'indomani della caduta del muro di Berlino nel 1989. È stata la risposta all'invito di Papa Giovanni Paolo II alle congregazioni religiose di andare verso l'Europa dell'Est, perché non bastava la caduta del comunismo, ma occorreva ricostruire una nuova civiltà offrendo esperienze di fede e di carità. Oggi la Congregazione orionina è presente a Bucarest, Voluntari, Oradea e Iasi. La missione dipende dalla provincia Madre della Divina Provvidenza – Italia. Sono molteplici le attività: una casa famiglia per ragazze orfane e l'attività pastorale per gli italiani della capitale rumena e dintorni su richiesta della CEI a Bucarest. Una casa di riposo, un centro per bambini e giovani con disabilità e un centro diurno per bambini autistici a Voluntari. Una parrocchia "Tutti i santi" e la scuola "S. Luigi Orione" a Oradea) e un seminario, una scuola materna e un centro specializzato per il recupero di alcoolisti a Iasi.

Quali sono i problemi e le difficoltà che più riscontrate nel vostro lavoro in Romania?

Sicuramente la mancanza di un progetto nazionale per il sostegno alla classi sociali più fragili. Da parte nostra come tante realtà impegnate nella solidarietà ci troviamo a dovere fronteggiare una povertà diffusa che colpisce soprattutto le famiglie e gli anziani e la necessità di assistere le persone con disabilità Non ci dimentichiamo che sin dal nostro arrivo - grazie all'intuizione di Don Bellisario Lazzarin - abbiamo operato per sostenere i minori che vivono in strada senza nessuno soprattutto nella capitale Bucarest. Legati a questa situazione emergenziale ci sono anche quelle che io definisco malattie sociali come l'alcolismo. In tale ambito abbiamo aperto da oltre 10 anni a Iasi l'Associazione Club Alcolisti in Recupero Don Orione (A.C.A.R.).

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Quali sono i progetti futuri dell'Opera don Orione nei paesi dell’Est?

Vorrei sottolineare che per molti progetti sulla Romania collaboriamo da anni con la Fondazione Migrantes con particolare attenzione ai minori. In questi ultimi anni come Congregazione abbiamo voluto ampliare soprattutto la nostra capacità di essere accanto alle persone disabili. Ad esempio è di recente inaugurazione a Voluntari del nuovo reparto per accogliere 16 bambini disabili e 24 adulti residenziali all'interno del Piccolo Cottolengo di Don Orione. Questa nuova struttura va ad aggiungersi a quella già esistente che ospita 60 anziani, già in funzione da 7 anni, al centro diurno di riabilitazione per 50 ragazzi autistici e affetti da altre patologie. Il Centro Don Orione è diventato ormai una realtà complessa e vivace con oltre 80 dipendenti. A questa attenzione abbiniamo anche quella alle ragazze e ai ragazzi orfani. In ultimo, ma non per importanza, vorrei sottolineare anche il nostro rinnovato impegno quotidiano nel dialogo ecumenico con la comunità ortodossa rumena.

Rispetto all'Italia, quali sono i punti in comune e quali le differenze della pastorale missionaria?

Purtroppo stiamo assistendo ad una globalizzazione delle povertà e delle fragilità. Italia e Romania non differiscono da questa preoccupante costatazione. La differenza principale tra l'Italia e la Romania in tale contesto è che nel vostro paese esiste la possibilità di essere curati grazie al sistema sanitario nazionale a questo aggiungo anche che in Italia è presente anche una vasta rete assistenziale che va dalle caritas diocesane alle associazioni di volontariato. In Romania manca ancora questa presenza di realtà di volontaria e soprattutto mancano politiche efficaci di sostegno alle classi sociali più fragili.

Cosa possiamo fare noi da qui per aiutare l'Opera Don Orione?

Il nostro braccio operativo - in Romania come nelle altre nazioni dove siamo presenti per il sostegno alle fragilità -  è la Fondazione Don Orione. Per sostenere le nostre attività in questo paese si possono inviare offerte deducibili fiscalmente, oppure con la devoluzione del 5×1000, o tramite il sostegno a distanza, con i nostri regali solidali e ovviamente parlando di noi. Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.fondazionedonorione.org.

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