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Russia, una Messa cattolica a Ryazan. Dopo 83 anni

Arcivescovo Pezzi a Ryazan | L'arcivescovo Paolo Pezzi benedice il terreno su cui sorge la chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine di Maria di Ryazan, 15 aprile 2018 | Chiesa Cattolica di Mosca - goo.gl/bbbbMK Arcivescovo Pezzi a Ryazan | L'arcivescovo Paolo Pezzi benedice il terreno su cui sorge la chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine di Maria di Ryazan, 15 aprile 2018 | Chiesa Cattolica di Mosca - goo.gl/bbbbMK

Ci sono voluti 83 anni e circa 20 anni di battaglia legale per riavere l’edificio della Chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine di Maria di Ryazan. E l’arcivescovo Paolo Pezzi, della Chiesa della Gran Madre di Dio di Mosca, ha servito la prima Messa nell’edificio restituito lo scorso 15 aprile, di fronte a circa 100 fedeli, che sono arrivati da Mosca, ma anche da altre città nei dintorni.

L’edificio fu chiuso nel 1935 da un decreto del governo sovietico, e mai più riaperto, mentre i fedeli erano stati costretti a celebrare Messa in appartamenti privati. A raccontare la storia della chiesa è stato padre Joseph Gunchaga, un sacerdote slovacco che studiò in clandestinità e che è rettore della parrocchia dal 1999, in una intervista con il portale ufficiale dell’Arcidiocesi della Gran Madre di Dio di Mosca.

La restituzione della Chiesa è frutto di una lunga battaglia legale. La chiesa era tra gli edifici di cui si trattava la restituzione, tema che ha anche affrontato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, durante la sua visita in Russia lo scorso settembre.

L’edificio di Ryazan era stato confiscato alla Chiesa nel 1935, e trasformato in una scuola. La chiesa fu nuovamente registrata come tale nel 1999, e subito la Chiesa Cattolica in Russia ne chiese la restituzione. Furono creati intoppi burocratici, con la scusa che c’era da spostare i bambini delle scuole.

E questi intoppi sono continuati fino all’adozione della legge “Sul trasferimento alle organizzazioni religiose di beni religiose di proprietà statale o municipale”, firmato nel 2010 dall’allora presidente Medvedev. Caduti tutti gli intoppi burocratici, ci sono voluti comunque i sei anni di tempo massimo per la restituzione previste dalla legge stessa. E questo è dovuto al fatto che non tutti, nella regione, erano d’accordo con la restituzione dell’edificio. Era, in fondo, già tutto pronto nel 2015, ma poi tutto si fermò.

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Nel frattempo, la comunità si è riunita in piccoli appartamenti, e in tutti questi anni l’atteggiamento generale è stato come se la Chiesa cattolica non esistesse. “Molti cattolici – ha raccontato padre Gunchaga – mi hanno detto: siamo venuti alla chiesa, abbiamo chiesto dove trovare il prete, ci è stato detto che non lo sapevano. È stata una situaizone molto triste. Ho chiesto che il mio numero di telefono fosse visibile sul muro della chiesa quando questa era una scuola, ma mi è stato rifiutato”.

È successo così che molti hanno anche “semplicemente perduto la fede, perché non c’era cura pastorale”. Molte le difficoltà: la sala parrocchiale, dove si celebrava Messa, non poteva contenere più di 20 persone, e c’erano due Messe domenicali, una per i cattolici di Russia e una per i cattolici immigrati, soprattutto africani.

“L’accordo per la restituzione della chiesa – ha detto padre Gunchaga – è stato firmato lo scorso 20 novembre, ma, poiché la chiesa era priva di riscaldamento, si è deciso di aspettare il 15 aprile”.

E così è successo: l’arcivescovo Paolo Pezzi è arrivato, è entrato solennemente nella chiesa e l’ha inaugurata, riaprendo così di fatto la chiesa dopo 83 anni.

Ma – ha raccontato padre Gunchaga – c’è ancora molto da fare, anche perché la chiesa è stata divisa in due piani dai tempi in cui era stata convertita in ostello, ma, poiché è considerata monumento architettonico, nessuna modifica può essere apportata senza un progetto approvato.

Padre Gunchaga ha aggiunto che, con fortuna, è stato ritrovato un vecchio progetto in cui c’era anche il permesso di San Pietroburgo per costruire la chiesa, cosa che “aiuta molto, perché possiamo dimostrare che stiamo per ripristinare il tempio nella sua forma originale. (…) Il progetto originale mostra che la chiesa era più alta, aveva un portico in cinque gradini. Ora tutto questo può essere ripristinato, senza discussioni riguardo l’eventuale protezione del monumento.

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Ryazan dista circa 200 chilometri da Mosca, e la comunità cattolica conta circa 20 russi e 15 studenti di origine africana che frequentano i corsi nelle comunità locali. La chiesa fu costruita grazie ai fondi stanziati dalla comunità polacca locale nel 1894, e il progetto fu affidato all’architetto russo di origine tedesca Victor Schröter.