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Sana curiosità e chiacchiericcio, il Papa spiega la differenza

Il Papa celebra la messa a Santa Marta |  | Vatican Media/  Aci Group Il Papa celebra la messa a Santa Marta | | Vatican Media/ Aci Group

Che differenza c’è tra curiosità buona e chiacchiericcio ?

Il Papa lo ha spiegato oggi nella omelia della messa di Santa Marta. “La nostra vita à piena di curiosità” ha detto Francesco cosi c come si vede nei bambini che “vedono, contemplano, non capiscono e domandano”. C’è poi “il chiacchiericcio”  che invece é una curiosità non buona. Come riferisce www.vaticannews. va il Papa dice che quella è la curiosità cattiva  che è  voler “annusare la vita altrui” e “cercare di andare ai posti che alla fine sporcano le altre persone”, nel fare capire cose che non si ha il diritto di sapere.

Questo tipo di curiosità cattiva “ci accompagna tutta la vita: è una tentazione che avremo sempre”. Ma c’è la curiosità degli Apostoli nel Vangelo, che  vogliono sapere cosa succederà, e Gesù risponde dando certezze, “mai inganna”, promettendo loro lo Spirito Santo che – afferma il Papa - “v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Non si tratta di un pacco di certezze” ma il modo in cui chiediamo allo Spirito Santo: “Lo Spirito Santo è il compagno, compagno di via del cristiano” un vero “compagno della memoria”, che “conduce dove c’è la felicità fissa, quella che non si muove”.

E allora"chiediamo al Signore due cose oggi: prima, di purificarci nell’accettare le curiosità – ci sono curiosità buone e non tanto buone – e saper discernere: no questo non devo vederlo, questo non devo vederlo, questo non devo domandarlo…. E seconda grazia: aprire il cuore allo Spirito Santo, perché lui è la certezza, ci dà la certezza, come compagno di cammino, delle cose che Gesù ci ha insegnato, e ci ricorda tutto”.

E a proposito del mondo contemporaneo il Papa ricorda: “I bambini vanno lì e sono curiosi di vedere; e tante cose brutte trovano lì. Non c’è una disciplina in quella curiosità. Dobbiamo aiutare i ragazzi a vivere in questo mondo, perché la voglia di sapere non sia voglia di essere curiosi, e finiscano prigionieri di questa curiosità”.

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