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Santa Sede all’ONU: “Più impegno nel superare le ineguaglianze”

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Sì, l’adozione dell’Agenda dello Sviluppo Sostenibile è un passo avanti ambizioso. Ma la comunità internazionale dovrebbe fare di più per superare le ineguaglianze sociale e aiutare i più vulnerabili. La bacchettata della Santa Sede arriva attraverso l’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede all’ONU.

L’arcivescovo Auza ha preso la parola lo scorso 8 febbraio nella riunione della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite dedicata a “Ripensare e rafforzare lo sviluppo sociale nel mondo contemporaneo”.

Sottolinea l’arcivescovo Auza: “Nonostante la crescita economica costante e la ripresa in molte regioni del mondo, i progressi sullo sviluppo sociale restano inequali”. Vero, concede, “la povertà è stata ridotta in maniera significativa negli ultimi decenni, c’è necessità ora più che mai di politiche sociali adeguate, affinché possano affrontare le ineguaglianze sociale e le vulnerabilità sperimentate tra quanti sono lasciati indietro dall’economia di mercato”.

Senza misure di questo tipo, “si rischia di minare l’impatto della crescita economica nello sradicamento della povertà e sul benessere di tutta la società”.

Riprendendo la Laudato Si, l’arcivescovo Auza sottolinea che il problema si può vedere anche nel fatto che “il cambiamento climatico, le crisi di cibo ed energia dimostrano che gli sviluppi raggiunti nella lotta alla povertà possono essere presto indeboliti o addirittura sovvertiti da una crisi economica, un disastro naturale, un conflitto politico”.

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Sono eventi “destabilizzanti, a volte persino impossibili da prevedere”. Ma possono essere “mitigati, o persino evitati, dall’azione collettiva della comunità internazionale”. Se la globalizzazione dell’indifferenza può esacerbare gli effetti negativi di questi eventi, creando “nuove forme di povertà”, la solidarietà è la risposta

Ed è proprio – sottolinea l’Osservatore Permanente alle Nazioni Unite – per “promuovere la solidarietà e combattere l’indifferenza” che la comunità internazionale ha adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e che proprio questa agenda mette in luce come si debba “lavorare in solidarietà per fornire a ogni individuo i mezzi minimi spirituali e materiali per vivere in dignità e formare una famiglia”.

Come ha già detto Papa Francesco alle Nazioni Unite lo scorso 25 settembre – prosegue Auza – sono tre le necessità primarie: tetto, terra, lavoro”. Cui si aggiunge “la libertà spirituale”.

Per questo, c’è bisogno di rafforzare l’impegno per lo sviluppo sostenibile nella chiave della solidarietà, conclude l’arcivescovo Auza.