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Seminari, tribunali e sinodo. I tre temi affrontati da Papa Francesco con la CEI

Il Papa ha inaugurato i lavori della 74/ma Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

Papa Francesco apre la 74/ma Assemblea Generale della CEI |  | Vatican Media
Papa Francesco apre la 74/ma Assemblea Generale della CEI | | Vatican Media
Papa Francesco apre la 74/ma Assemblea Generale della CEI |  | Vatican Media
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Papa Francesco apre la 74/ma Assemblea Generale della CEI |  | Vatican Media
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Papa Francesco ha aperto nel pomeriggio i lavori della 74/ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana presso l’hotel Ergife di Roma. Al centro dei lavori l’apertura del cammino sinodale della Chiesa italiana, uno dei temi più a cuore per il Papa.

Francesco ha aperto a braccio i lavori della Assemblea Generale.

Sulla questione dei tribunali diocesani il Pontefice si è detto soddisfatto dei passi avanti che si sono verificati, annunciando che “due giudici rotali e il decano della Rota avranno un colloquio col vescovo incaricato delle questioni giuridiche, andranno a interloquire con lui e poi vedranno se fare una visita o no, ma son rimasto contento dei passi che sono stati dati”.

Secondo punto i seminari. “C’è un pericolo molto grande – ha ammonito il Papa - sbagliare nella formazione. Bisogna usare prudenza nell’ammissione dei seminaristi”. Il Papa ha messo in guardia sulla rigidità di taluni ragazzi: “poi poi ci siamo accorti che dietro quella rigidità c'erano grossi problemi” e questo accade quando i seminaristi “sono ricevuti senza chiedere informazioni”, magari dopo essere stati cacciati da una congregazione religiosa o da un’altra diocesi. E’ importante “la formazione: credo che su questo il presidente ha ricevuto una lettera dal Prefetto del Clero. Non possiamo scherzare con i ragazzi che vengano da noi per entrare seminario”.

Infine Papa Francesco ha affrontato il tema del sinodo della Chiesa italiana mettendo in guardia i vescovi dalla “amnesia”, dalla perdita di memoria “di quello che abbiamo fatto e poi andiamo avanti. E una delle cose che sulla quale abbiamo perso la memoria è Firenze, l’incontro di Firenze 5 anni fa. Io direi che il sinodo deve svolgersi sotto la luce di questo incontro di Firenze, è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento: dall'alto in basso Firenze e dal basso in alto il popolo di Dio, la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana”. Bisogna “incominciare dal basso in alto nelle piccole comunità delle piccole parrocchie e questo chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà  far parlare la gente, affinchè esca la saggezza del popolo di Dio perché un sinodo non è un'altra cosa che far esplicito quello che dice la Lumen Gentium”.

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L’incontro con i Vescovi italiani è poi proseguito a porte chiuse. In precedenza il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, ha pronunciato un indirizzo di saluto al Papa a nome dei Vescovi.

Dopo aver ricordato la tragedia della funivia di Stresa, il porporato ha assicurato al Papa che “il nostro percorso sinodale vuole camminare in sintonia con quello del Sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia. In ogni Chiesa particolare, infatti, è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica”.