Il rapporto tra Chiesa, giovani e sport è il tema affrontato ieri dal Vescovo Marian Florczyk, delegato della Conferenza Episcopale Polacca per lo sport durante i lavori della II Congregazione Generale della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. 

“La maggior parte degli sportivi - ha osservato il presule - riconosce che la carriera, il successo e la fama presto passano, quindi si pongono la domanda sul loro futuro”.

“Durante recenti e diverse Olimpiadi - ha osservato ancora Monsignor Florczyk - solo poche squadre nazionali erano accompagnate dalle guide spirituali nonostante gli organizzatori abbiano previsto nel villaggio olimpico i posti adatti per la preghiera e per incontri spirituali. Tale pastorale degli sportivi dovrebbe essere inclusa nella vita della Chiesa di ogni nazione e di ogni diocesi. Lo sport e la fede hanno bisogno a vicenda per formare sia la mente, sia il corpo, sia lo spirito, quindi per formare l’uomo intero come persona”.

“Oggi - ha concluso il vescovo - la dignità dello sportivo ma anche i principi del fair play sono sottoposti ai vari pericoli. Per questo il mondo dello sport ha bisogno di riconoscere i veri valori e le norme morali. E proprio qui c’è posto per Cristo, per la fede e per l’assistente spirituale che da testimone di Gesù possa aiutare a far diventare il mondo dello sport molto più bello”.