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Sinodo, spagnoli e portoghesi: liturgia, testimonianza, evangelizzazione digitale

I Cardinali spagnoli Osoro Sierra e Omella.  |  | Daniel Ibanez CNA I Cardinali spagnoli Osoro Sierra e Omella. | | Daniel Ibanez CNA

E’ necessario ripensare la parrocchia come ad un luogo di incontro, di ascolto, di comunione e di missione. Lo scrivono i Padri del Circolo Minore Hispanicus A - coordinati dal Cardinale honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga - nella relazione sulla terza parte dell’Instrumentum Laboris del Sinodo dei Vescovi.

Sul tema della conversione i Padri specificano che questo aspetto richiede ascolto, uscita, discernimento e accompagnamento ed è necessario presentare Cristo come Colui che rende attraente la Chiesa.

Per attrarre i giovani - infine - si propone anche una liturgia più partecipata: “se i giovani lasciano la celebrazione dell'Eucaristia è il primo sintomo della perdita della fede”.

Nella loro relazione i Padri del Circolo minore Hispanicus B - guidati dal Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - hanno sottolineato invece il tema della testimonianza, prendendo come esempio la figura di San Paolo VI, poiché gli uomini oggi hanno maggior bisogno di testimoni che di semplici insegnamenti. Questi vengono seguiti - spiegano - solo quando vi è una testimonianza. Pertanto i “giovani sono chiamati ad essere protagonisti nella missione della Chiesa: evangelizzare, comunicare la buona notizia del Signore”.

I Padri dell’Hispanicus B poi confermano di apprezzare “il ruolo delle donne nella Chiesa” proponendo “una maggiore partecipazione delle donne al discernimento pastorale”.

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Viene suggerita poi una stretta continuità tra pastorale giovanile e quella familiare. 

Tra le tante osservazioni vi è anche quella di una sinodalità effettiva “come modo di essere Chiesa, promuovendo la partecipazione di tutti i battezzati, ciascuno secondo la propria età e la propria vocazione, rendendo effettiva e reale la partecipazione attiva dei giovani in ogni diocesi, Conferenza episcopale e nell’ambito della Chiesa universale”.

Nell’ottica della globalizzazione dobbiamo proporre una società e una Chiesa inclusiva “in modo che nessuno venga escluso”. E’ quanto sostengono nella loro relazione i membri del Circolo minore di lingua portoghese, coordinato dal Cardinale brasiliano João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. 

Nel mondo digitale i giovani - sostengono i Padri del Lusitanus - devono essere protagonisti nella evangelizzazione visto che sono quelli che possono trasmettere meglio il Vangelo in quel determinato ambiente. 

E’ stata poi sottolineata “la necessità di fare scelte coraggiose per il rinnovamento della pastorale giovanile, investendo in essa risorse umane e materiali”. In tal senso si è suggerito l’istituzione - a livello di Chiesa universale - di una struttura ad hoc o di un osservatorio dedicato alla pastorale giovanile. E anche i diversi dicasteri della Curia Romana dovrebbero - sottolineano i Padri di lingua portoghese - dialogare di più sui temi giovanili che li coinvolgono.