"Le coppie omosessuali possono ricevere una benedizione, nel senso di un accompagnamento spirituale". Lo ha detto lunedì scorso il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, in una intervista con la rivista "Stern". Il porporato ha specificato, tuttavia, che non si tratta di una benedizione che rende il rapporto omosessuale "simile al matrimonio". Non è infatti possibile per una coppia omosessuale ricevere questo sacramento, "che infatti è riservato alla relazione tra uomo e donna, aperta ai figli". 

Le parole del cardinale Marx suonano tuttavia come un'apertura delle porte della Chiesa alle coppie omosessuali.

"La Chiesa non può sminuire un rapporto omosessuale solido, in cui ciascuno dei due partner rimane a fianco dell'altro per anni", ha aggiunto. Il cardinale Marx è ben consapevole delle critiche che la sua posizione gli attirerà: "Per alcuni mi spingo troppo avanti, per altri non mi spingo abbastanza avanti"

Il dibattito sulle coppie omosessuali nella Chiesa tedesca non è infatti nuovo. Quando nell'ottobre del 2017 il Bundestag tedesco votò a favore del "matrimonio per tutti", a margine di questa storica decisione del parlamento federale, monsignor Franz-Josef Bode, vescovo di Osnabrück, si espresse favorevollmente sul tema della benedizione da parte dei sacerdoti delle coppie omosessuali, ricevendo subito il plauso del "Comitato dei cattolici tedeschi" e la disponibilità a discuterne del cardinale Marx. 

Ma non ci sono solo le coppie omosessuali nell'intervista con "Stern". Il presidente dei vescovi tedeschi ha frenato infatti le aspettative delle donne cattoliche rispetto al cammino sinodale, iniziato dalla Chiesa tedesca nella prima domenica di Avvento.

Due settimane fa, in una intervista a Katholisch.de, la vicepresidente della "Comunità cattolica delle donne tedesche" (KFD), Agnes Wuckelt - che parteciperà al cammino sinodale con altre due colleghe della KFD - auspicava che il sinodo mettesse in agenda una serie di riforme in favore della presenza delle donne nella Chiesa. Intanto facilitando l'ingresso delle donne nelle posizioni direttive della Chiesa, poi aprendo al diaconato per le donne e, infine, come obiettivo a lungo termine, al sacerdozio.

Marx risponde a distanza ribadendo la dottrina della Chiesa. Il porporato ricorda come Papa Giovanni Paolo II già nel 1994 abbia chiarito in modo netto che nemmeno la stessa Chiesa ha pieni poteri sul tema sacerdozio per le donne. Il porporato ricorda inoltre un recente colloquio con Papa Francesco in cui il Santo Padre ha ripetuto che su questo punto "la porta è chiusa”.

Se le porte a Roma sono state "chiuse", la discussione in merito, secondo l'arcivescovo di Monaco e Frisinga, non è affatto del tutto archiviata. Bisognerà attendere i risultati del cammino sinodale - che inizierà il 30 gennaio a Francoforte, con la prima riunione sinodale, e durerà almeno due anni - per comprendere quale impronta la Chiesa tedesca vorrà imprimere a questo dibattito. 

Il presidente dei vescovi tedeschi si è perfino concesso una confessione personale, ammettendo di dubitare a volte di Dio: "Che io sia cardinale non significa che non abbia dubbi su Dio". Marx ha spiegato di aver compreso, con il passare degli anni, che il dubbio non può essere disgiunto dalla fede. Lui stesso, ha ammesso, si chiede spesso dove fosse Dio nel campo di concentramento di Auschwitz oppure nel mercatino di Natale di Breitscheidplatz a Berlino, quando il 19 dicembre del 2016 un tir proveniente dall'Italia con targa polacca travolse la folla provocando 12 morti e 56 feriti.

"Ma Dio - ecco la riposta del cardinale Marx - non va immaginato come una officina di riparazione del mondo". Le preghiere per evitare un incidente o per superare un esame, ad esempio, sono del tutto umane, eppure dobbiamo sforzarci di "guardare in profondità nel mistero del rapporto tra Dio e uomo". Dobbiamo accettare che Dio sia diverso da come ce lo immaginiamo, che agisca diversamente, ma che alla fine farà giustizia, "poiché è solidale con le vittime della storia".