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Stazioni quaresimali, la Scala Santa e il Sancta Sanctorum a San Giovanni in Laterano

I segni della Passione di Gesù nella devozione romana

La Cappella del Sancta Sanctorum, meta dei pellegrini dopo la Scala Santa |  | Acistampa
La Cappella del Sancta Sanctorum, meta dei pellegrini dopo la Scala Santa | | Acistampa
Un dettaglio della Scala Santa |  | Musei Vaticani
Un dettaglio della Scala Santa | | Musei Vaticani

La prima domenica di Quaresima,  si torna alla cattedrale di Roma. Come ricorda lo storico Mariano Armellini nel suo volume sulle chiese di Roma " l' ingresso principale del grande palazzo era innanzi alla cappella detta Sancta Sanctorum, ove per una magnifica scala coperta da grandioso portico si accedeva alla parete centrale dell' edifizio.

Alla destra di questa era la torre anzidetta di Zaccaria, presso alla quale v' era un altro ingresso al palazzo formato da tre scale, della quale la centrale diceasi di Pilato (Scala Santa), che menavano all' oratorio di s. Silvestro e a quello di s. Lorenzo (Sancta Sanctorum) in cui si custodivano innumerevoli reliquie, e che era la cappella del papa, la Sistina del Laterano. È l' unico oratorio che colle sue decorazioni del secolo XIII sia sopravvissuto alla generale ruina. Dei triclinî, cioè le sale dei religiosi banchetti, espressione monumentale della carità e della fratellanza in G. C. dove i papi convitavano il clero ed i cittadini nelle feste solenni, il più splendido era quel di Leone III costruito sulla fine del secolo VIII.

Un ricordo ne resta nell' abside contigua all' oratorio della Scala Santa, ma il mosaico è copia dell' antico nè si trova al posto di quello, poichè il primitivo si trovava dalla parete opposta, cioè verso la facciata della basilica. Questa immensa mole di edificî fino al secolo XVI ricordavano ancora la loro passata grandezza, ma della loro distruzione più che darne colpa a Sisto V dobbiamo incolparne l' indole dei tempi, in cui si considerava più la grandiosità e la eleganza artistica, che il valore storico dei monumenti medesimi”.

La Scala è stata riaperta al pubblico dopo lunghi restauri. Si tratta di una scala di marmo, consumata dai milioni di pellegrini che nei secoli l’hanno percorsa in ginocchio pensando che fosse la scala del Palazzo di Pilato dove era passato Gesù e che fosse arrivata a Roma grazie a Sant’ Elena.

Che sia davvero la scala del Palazzo di Pilato non ci sono prove documentali o archeologiche. Si sa solo che a metà del 1400 venne spostata dove è adesso da Domenico Fontana per volontà di Sisto V che aveva fatto abbattere parte del vecchio edificio medioevale del Patriarchio, la sede dei Papi in Laterano. 

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Nella parte restante con la Cappella del Sancta Santorum che accoglieva le reliquie più venerate, il Papa aveva voluto anche questa scala altrettanto venerata. 28 scalini di marmo orientale dove la pietà popolare voleva che fossero visibili anche alcune gocce del sangue di Gesù.

Al di là della storicità la scala ha il valore della grande devozione popolare. Pio IX per rafforzare il culto della Passione di Cristo la affidò alla cura pastorale dei Padri Passionisti.

Dalla fine degli anni ’90 del ‘ 900 sono iniziate delle campagne di restauro di tutto l’edificio e ora si è arrivati alla Scala. Emozionante anche il ritrovamento di una moltitudine di biglietti manoscritti, ex voto, monete e fotografie lasciati dai fedeli, ora conservati dai Padri Passionisti.

La cura dei restauri è stata affidata ai Musei Vaticani. Dopo il restauro dell’antica cappella papale del Sancta Santorum, dall’anno 2000 è stato attivato il progetto di restauro di tutti gli affreschi e le decorazioni realizzate negli ambienti che Sisto V edificò fra il 1588 e il 1590, a cominciare dalla Cappella di San Silvestro.