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Terrasanta, ecco le linee guida pastorali ecumeniche per la Chiese cattoliche

Dalla disciplina dei matrimoni alla collaborazione dei Luoghi Santi, un guida su come comportarsi in ambito ecumenico per le Chiese cattoliche di rito latino presenti nella terra di Gesù

Ordinari di Terrasanta | Un momento dell'ultima assemblea degli ordinari di Terrasanta | Christianunity.va Ordinari di Terrasanta | Un momento dell'ultima assemblea degli ordinari di Terrasanta | Christianunity.va

Sono entrate in vigore lo scorso 28 novembre, e sono una serie di buone pratiche, norme, osservazioni che aiuteranno le Chiese latine di Terrasanta nel loro percorso ecumeniche. Le Linee Guida Pastorali Ecumeniche per le Chiese Cattoliche in Terrasanta entrano, così, a pieno diritto tra quei testi necessari per comprendere il dialogo ecumenico, da leggere sempre alla luce del Direttorio per l’Applicazione dei Principi e delle Norme dell’Ecumenismo pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani nel 1993.

Un documento quanto più necessario in Terrasana, definito nel documento un “microcosmo”, lì dove tutte le confessioni si sono incontrate intorno al sepolcro di Gesù, e dove tra l’altro si sono sperimentate anche forti divisioni.

Ma le linee guida sono in realtà piene di ottimismo. Notano che, al di là di ogni polemica, il restauro della chiesa del Santo Sepolcro, e poi quello della Basilica della Natività di Gerusalemme hanno creato ponti ecumenici, collaborazioni preziose. Mettono in luce che gli stessi fedeli agiscono al di là dei confini posti dalle rispettive confessioni, con un senso cristiano ecumenico già vissuto in pratica.

Lo scopo del documento è "illuminare, motivare e guidare le relazioni ecumeniche della Chiesa cattolica" in questi paesi, ed anche questo superamento dei confini va governato, perché sfocia anche nell’ambito liturgico e sacramentale.

L’intenzione delle linee guida è dunque di dare “discernimento e chiarimento”, delineando anche le Chiese e comunità ecclesiali con le quali esiste “una comunione reale, anche se imperfetta”.

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Si chiarisce anche “in ogni caso, la concelebrazione eucaristica, che è la espressione sacramentale visibile della piena comunione nella fede, culto e vita comunitaria, non è permessa con ministri della Chiesa o comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica”.

È comunque “importante che tutti i vescovi e sacerdoti, così come tutti i religiosi e i laici impegnati in attività pastorali, abbiano una buona conoscenza dei principi teologici ed ecclesiali che sono alla base di queste linee guida pastorali”.

Si chiarisce anche “in ogni caso, la concelebrazione eucaristica, che è la espressione sacramentale visibile della piena comunione nella fede, culto e vita comunitaria, non è permessa con ministri della Chiesa o comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica”.