Con la messa solenne presieduta dall’Arcivescovo Cesare Nosiglia, in occasione della festa patronale di San Giovanni Battista, si è chiusa a Torino l’ostensione della Sindone, un evento che in 67 giorni ha portato in città circa un milione e mezzo di pellegrini, culminato con la visita del Papa domenica e lunedì scorsi.

“L’Ostensione della Sindone – ha sottolineato l’Arcivescovo – ci ha detto, con semplicità e drammaticità che oggi c’è bisogno di cristiani che siano innamorati di Dio, convinti della propria fede, esperti secondo lo Spirito, pronti a rendere ragione della speranza che è in loro, capaci di rifiutare sempre i compromessi di coscienza con le logiche del mondo che li circonda, testimoni della potenza di Dio che si rivela nella loro debolezza. Cristiani, dunque, che dicano con la vita che ci sono ragioni vere e belle del vivere e del vivere insieme che vanno oltre se stessi e il proprio sentimento o interesse e appellano a un di più di onestà che nasce dalla contemplazione del volto sofferente e glorioso di Cristo, fonte di quell’Amore più grande che non si arrende mai e non si adagia nella mediocrità, ma stimola a puntare in alto verso quell’orizzonte di gloria che egli ha dischiuso e offerto ad ogni suo discepolo”.

“La Sindone – ha aggiunto – ci insegna a non estraniarci, come cristiani, dalla storia di sofferenze e di lacrime che inonda la vita delle persone e spesso ne travolge i sentimenti e l’esistenza, ma innesta in noi un di più di speranza che, proprio dai patimenti dell’uomo della Sindone, ci viene trasmessa: quella di credere fermamente che il male e la menzogna, l’ingiustizia e la violenza non avranno mai l’ultima parola nella storia anche più travagliata del nostro tempo, ma tutto si rinnoverà grazie alla potenza della croce del Signore e tutto si trasformerà per il bene di tutti coloro che credono e lottano per un mondo a misura di uomo e di Dio insieme. Certo, questo esige che si sia pronti a pagare un prezzo per annunciare e vivere questa speranza: è il prezzo della verità che è richiesta ad ogni testimone e martire, perché essa rende credibile il proprio agire. È, insomma, lo stesso prezzo pagato dal Signore e che la Sindone ci documenta: quello appunto dell’Amore più grande”.

Riferendosi alla visita del Papa, Monsignor Nosiglia ha poi invitato tutti a “fare tesoro di quel patrimonio di insegnamenti e di gesti e testimonianza che il Santo Padre ha consegnato alla città, al mondo del lavoro, ai giovani, ai malati, sofferenti e ultimi, ai fedeli di altre confessioni cristiane e altre religioni e a tutti gli uomini di buona volontà”.