Ricorre oggi la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di essere umani, una ricorrenza che - ha detto ieri il Papa nel corso dell'Angelus - "offre a tutti l’opportunità di aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le pesanti catene dello sfruttamento per riappropriarsi della loro libertà e dignità. Penso in particolare a tante donne e uomini, e a tanti bambini! Occorre fare ogni sforzo per debellare questo crimine e questa intollerabile vergogna".

"Sono almeno 21 milioni, con un aumento di oltre il 10% negli ultimi anni uomini e donne, molti minori, vittime della tratta. Una schiavitù nuova, quella di oggi, ancora più estesa di quella nei secoli precedenti, con forme rinnovate nello sfruttamento sessuale, nell’accattonaggio, nel mondo del lavoro, nel mondo militare, nelle adozioni illegali, fino ad arrivare all’espianto degli organi. Se è vero che non è sempre facile distinguere tra sfruttamento e tratta, riconoscere nella storia personale il dramma di mafie e organizzazioni criminali che riducono le persone a merce di scambio, anche dietro violenze efferate, occorre certamente non abbassare la guardia su un fenomeno disumano che interessa persone a noi vicine: ai semafori o ai parcheggi, nell’appartamento sotto o sopra di noi, sulle strade che facciamo per andare al lavoro o a fare la spesa, nelle campagne e nelle città dove viviamo". E' quanto denuncia Monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. "Le vittime di tratta - aggiunge il prelato - sono un volto del nostro prossimo. Sono vicine e talora le ignoriamo o, peggio, le giudichiamo. E invece hanno diritto a una protezione sociale che purtroppo si è indebolita negli ultimi tempi".

"La Giornata di preghiera e di riflessione contro la tratta - conclude Perego - diventa anche quest’anno, forti del magistero di Papa Francesco che non perde occasione per segnalare questo dramma, un’occasione importante per affidare al Signore, nella preghiera, questi nostri fratelli e sorelle vittime di tratta e per provocare una popolare e rinnovata azione sociale ed ecclesiale, perché la paura, l’indifferenza o l’opportunismo politico non indebolisca la protezione sociale delle vittime di tratta nel nostro Paese, in Europa e nel mondo. E’ una storia di prossimità nuova, che ci aiuta ad uscire, a incontrare, ad accompagnare e a salvare nelle nostre città".