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Un archivio ancora da studiare, il fondo Chigi alla Biblioteca Apostolica Vaticana

Arrivato in Vaticano durante la II Guerra Mondiale è donato dai Chigi alla BAV, accessibile agli studiosi

Un dettaglio di un disegno di Bernini dell' Archivio Chigi  |  | BAV Un dettaglio di un disegno di Bernini dell' Archivio Chigi | | BAV

La famiglia Chigi è una famiglia "pontificia". Noi italiani siamo abituati ad associare il nome Chigi al palazzo che ospita la Presidenza del Consiglio, ma quel palazzo è legato alla famiglia senese di banchieri e Chigi fu Papa Alessandro VII. Anche per questo l’Archivio della famiglia “papale” Chigi è stato donato alla Biblioteca Vaticana. Come ricorda OWL la news letter della Biblioteca del Papa, era il 1944  quando venne completato un primo ordinamento dell’Archivio Chigi.

I documenti erano giunti in Biblioteca nei giorni 20 e 22 maggio provenienti dal palazzo di Ariccia, nei Castelli Romani, la sede della famiglia dopo la vendita del Palazzo Chigi appunto. Così si misero al riparo dai bombardamenti degli alleati. Si era nei mesi estivi di luglio e di agosto 1943; in quel mese di maggio 1944 Roma, “Città Aperta” dal 19 agosto 1943, venne nuovamente bombardata, pochi giorni prima della sua liberazione (che avverrà il 4 giugno), fra il 3 e il 30, e con essa altre località vicine, inclusi i Castelli Romani, sui quali caddero le bombe il 29 maggio. 

Fu la Sala del Museo Profano che era allora parte della Biblioteca, ad accogliere l'archivio Chigi. 

Nel mese di settembre iniziò il lavoro di riordino per materia ed epoche, negli armadi della Galleria che conduce al Museo Cristiano. "Un conteggio sommario allora compiuto calcolava il numero dei pezzi (volumi, pacchi, fascicoli) in circa 10.000; furono riempiti 48 armadi. 

La Biblioteca del casato Chigi, le cui origini risalgono a Fabio Chigi (1599-1667), poi Alessandro VII (1655), comprendente i manoscritti, 3.626 elementi per 3.635 segnature, e gli stampati, oltre 30.000 volumi, era stata aggregata alla Biblioteca il 22 dicembre 1922 dall’allora capo del governo italiano Benito Mussolini (1883-1945). 

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L’archivio della famiglia, che comprende documenti dal XII secolo fino al secolo XX, successivamente verificati e consistenti in oltre 25.000 unità, ne aveva seguito le sorti con il trasferimento ad Ariccia".

Si legge ancora su OWL che insieme all'archivio Chigi  arrivò alla Biblioteca Apostolica anche una raccolta di disegni di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). 

Finita la guerra la famiglia Chigi decise di lasciare alla Biblioteca l'archivio di famiglia, anche perché molti documenti erano collegati alle collezioni librarie Chigi già in Vaticana.

L'archivio è collocato nella Sezione Archivi, allestita negli anni Settanta del secolo scorso. Fisicamente  è "al quarto piano del deposito del braccio detto "di Giulio II", realizzato dall’architetto e pittore Donato Bramante (1444-1514) nel Cortile del Belvedere".

Un grazie a chi ha lavorato a questo riordino: Giovanni Incisa della Rocchetta, Elena Rossignani Luigi Cacciaglia. Oggi i repertori sono a disposizione degli studiosi nella Sala manoscritti II. 

Ed è un invito agli studiosi, perché c'è ancora tanto da esplorare e magari scoprire. 

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