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Un beato e sei nuovi venerabili sulla via della santità

Basilica di San Pietro | Una veduta della facciata della Basilica di San Pietro  | Archivio CNA Basilica di San Pietro | Una veduta della facciata della Basilica di San Pietro | Archivio CNA

Un beato e sei nuovi venerabili, tra i quali un bambino e una paralitica. Sono i sette esempi di vita cristiana che procedono il loro cammino sulla strada del riconoscimento della santità, i cui decreti sono stati firmati da Papa Francesco lo scorso 6 aprile.

Primo della lista è Donizeti Tavares de Lima (1882 – 1961): sarà beato. Sacerdote, si distinse nel servizio di parroco di Vargem Grande do Soul per il suo apostolato e la difesa dei poveri, che portò i più abbienti a considerarlo comunista. Considerato il parroco di tutti, realizzò l’asilo San Vincenzo de’ Paoli per vecchi soli e abbandonati, e comprò case e terreni perché non possedeva niente. Nel 1955 fu al centro di un grande movimento di popolo per i suoi poteri taumaturgici, movimento che lui stesso stronca sul nascere. Nel 2017 è stato proclamato venerabile, ora è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione che porterà alla beatificazione.

Sono riconosciute le virtù eroiche del sacerdote Carlo Cavina (1820 – 1880), fondatore della Congregazione delle Figlie di San Francesco di Sales, che sviluppò un intenso ministero pastorale a Collegiata Lugo dove, tra le altre cose, riuscì a fondare la Piccola Casa di San Giuseppe, dedicata all’insegnamento del catechismo alle ragazze in difficoltà, realizzata nonostante l’opposizione dei massoni presenti nella città.

È proclamato venerabile anche Raffaele di Sant’Elia a Pianisi, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori cappuccini (1816 – 1901), che fu noto per la particolare intensità della vita religiosa ed eucaristica, e anche per fenomeni di estasi e colloqui con la Vergine “a voce alta e di confidenza di figlio”.

Anche Damiano da Bozzano (1898 – 1997) era sacerdote professo dei Frati Cappuccini, che morì in Brasile. La notizia della morte colpì il Paese al punto che il presidente indisse tre giorni di lutto, e il Cardinale Paulo Evaristo Arns sottolineò che il padre cappuccino era uno dei più grandi missionari della storia del Brasile, perché "col rigore del suo temperamento consigliava la gente a rimanere ferma nella fede e nella buona condotta morale; fu un simbolo del cristianesimo nella regione del Nordeste ed è un insegnamento saldo, altamente positivo per tutta la chiesa, che ha pochi missionari di tale statura". 

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Nymphas Arnaud de Pages, lasalliano (1885 – 1966), fu missionario, elesse Cuba a sua patria di adozione (“Sono un cubano nato in Francia”, diceva di sé), e lì fondò l’Associazione La Salle nel 1919, la Federazione della Gioventù Cattolica Cubana, maschile e femminile nel 1928, il Focolare Cattolico Universitario nel 1946 e il Movimento Familiare Cattolico nel 1953.

Maria Consolata Bertone (al secolo Pierina Lorenzina Giovanna) (1903 – 1946), clarissa cappuccina che sentiva la missione di “narrare al mondo l’infinita misericordia di Gesù.

Sarà un santo bambino Nelson Santana, brasiliano, nato 1955 e morto nel 1964. Ricoverato in ospedale per forti dolori al braccio che poi si rivelarono essere un osteosarcoma. Lì fece la prima comunione ed è ricordato da tutti per la sua totale comprensione del dolore in senso cristiano. Morì la vigilia di Natale 1964 e sono moltissimi a chiedere grazie al piccolo.

Gaetana Tolomeo (1936 – 1997), conosciuta come Nuccia, è stata per tutta la vita costretta a una forzata immobilità per una paralisi progressiva e deformante fin dalla nascita. Ha avuto una spiritualità ricca, i suoi messaggi sono ascetici e densi di profondità teologica. E, secondo padre Pasquale Spiteri, vicepostulatore della causa di beatificazione, la sua vita rappresenta un messaggio anche al giorno d’oggi, in cui le vite vengono scartate.