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Un mese missionario in ottobre 2019 proposto dalle POM approvato dal Papa

Monsignor Rugambwa |  | La Voce de Popolo Monsignor Rugambwa | | La Voce de Popolo

E’ stato l’arcivescovo Rugambwa a confermare ieri la approvazione del Papa per la proposta della Assemblea delle POM di indire un Mese Missionario Straordinario, nell’ottobre 2019, per commemorare il centenario della promulgazione dell’enciclica Maximum illud e promuovere l’impegno missionario della Chiesa in linea con l’Evangelii Gaudium”.

Nel corso della Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie che si chiude il  3 giugno, si parla della Evangelii gaudium: “Rifletteremo insieme sulla ‘Missione cuore della fede cristiana’”. A presentare i lavori monsignor Protase Rugambwa, Segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM).

l’Arcivescovo Rugambwa ha spiegato come “in piena comunione con Papa Francesco, non smettiamo di animarci reciprocamente affinché, senza alcuna paura e con grande gioia, l’annuncio della Pasqua di Cristo morto e risorto faccia della Chiesa una comunità di riconciliati, aperta ad accogliere tutti, sempre in uscita per portare a tutti e comunicare a tutti l’efficacia della salvezza. Nessuno escluso, tutti al cuore dell’evangelizzazione affinché le Chiese riscoprano al centro della loro fede cristiana l’unica missione affidata loro dal Signore Gesù Cristo”.

il Presidente delle POM ha ricordato la conclusione del lavoro di integrazione negli Statuti dei testi per l’ufficio amministrativo e della commissione delle finanze; l’istituzione di un Comitato per i disastri umanitari; gli incontri continentali dei Direttori nazionali delle POM, che rappresentano “un importante strumento di confronto, verifica e crescita di comunione e unità al servizio della missione e della sua animazione”.

Il Presidente ha inoltre ringraziato la Commissione che sta lavorando per l’introduzione di un logo unico condiviso “per aiutarci a meglio affermare internazionalmente l’identità unica delle POM nel rispetto delle differenze e delle esigenze locali”.

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Tra le sfide presentate da Rugambwa quelle ancora aperte rispetto a cinque anni fa: “Non abbiamo ancora esaurito la nostra riflessione e il nostro dibattito sulle POM come opere ad un tempo del Papa e dei Vescovi, il rapporto tra la Missione universale della Chiesa e le POM, la loro collocazione e cooperazione con altre forze missionarie, le legislazioni civili sugli enti caritativi, le prospettive e i piani di lavoro”.

Quello che è urgente quindi dice Rugambwa è un “cambiamento di mentalità e di modalità del lavoro apostolico delle Pontificie Opere Missionarie. Più mettiamo al centro del nostro interesse, della nostra passione, i veri bisogni della missione, maggiore sarà la nostra conversione, come morte al protagonismo e nascita al servizio ecclesiale, fraterno ed evangelico che salva”.

Nel corso della Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie che si chiude il  3 giugno, si parla della Evangelii gaudium: “Rifletteremo insieme sulla ‘Missione cuore della fede cristiana’”. A presentare i lavori monsignor Protase Rugambwa, Segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM).

l’Arcivescovo Rugambwa ha spiegato come “in piena comunione con Papa Francesco, non smettiamo di animarci reciprocamente affinché, senza alcuna paura e con grande gioia, l’annuncio della Pasqua di Cristo morto e risorto faccia della Chiesa una comunità di riconciliati, aperta ad accogliere tutti, sempre in uscita per portare a tutti e comunicare a tutti l’efficacia della salvezza. Nessuno escluso, tutti al cuore dell’evangelizzazione affinché le Chiese riscoprano al centro della loro fede cristiana l’unica missione affidata loro dal Signore Gesù Cristo”.

il Presidente delle POM ha ricordato la conclusione del lavoro di integrazione negli Statuti dei testi per l’ufficio amministrativo e della commissione delle finanze; l’istituzione di un Comitato per i disastri umanitari; gli incontri continentali dei Direttori nazionali delle POM, che rappresentano “un importante strumento di confronto, verifica e crescita di comunione e unità al servizio della missione e della sua animazione”.

Il Presidente ha inoltre ringraziato la Commissione che sta lavorando per l’introduzione di un logo unico condiviso “per aiutarci a meglio affermare internazionalmente l’identità unica delle POM nel rispetto delle differenze e delle esigenze locali”.

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Tra le sfide presentate da Rugambwa quelle ancora aperte rispetto a cinque anni fa: “Non abbiamo ancora esaurito la nostra riflessione e il nostro dibattito sulle POM come opere ad un tempo del Papa e dei Vescovi, il rapporto tra la Missione universale della Chiesa e le POM, la loro collocazione e cooperazione con altre forze missionarie, le legislazioni civili sugli enti caritativi, le prospettive e i piani di lavoro”.

Quello che è urgente quindi dice Rugambwa è un “cambiamento di mentalità e di modalità del lavoro apostolico delle Pontificie Opere Missionarie. Più mettiamo al centro del nostro interesse, della nostra passione, i veri bisogni della missione, maggiore sarà la nostra conversione, come morte al protagonismo e nascita al servizio ecclesiale, fraterno ed evangelico che salva”.