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Papa Francesco e il progetto ambizioso: liberare Maria dalle mafie e dal potere criminale

Una iniziativa della Pontificia Accademia Mariana Internazionale spiegata dal presidente Stefano Cecchin

Padre Stefano Cecchin presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale |  | www.lavitadelpopolo.it Padre Stefano Cecchin presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale | | www.lavitadelpopolo.it

La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha una storia lunga che perdura nel presente e guarda al futuro: 27 luglio 1946, il Definitorio Generale dell’Ordine dei Frati Minori istituì una “Commissione Mariana Francescana”  - la “Commissio Marialis Franciscana” - con il fine di organizzare e dirigere tutto quanto si sarebbe fatto nell’Ordine per esaltare e far conoscere - scientificamente - la Vergine Maria. E, tutto ciò, avvenne presso l’università “Antonianum” di Roma.

La Commissione, di fatto, potrebbe definirsi il vero inizio di quella che sarà poi la Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Accademia che, ufficialmente, nacque l’8 dicembre 1959 grazie al motu proprio “Maiora in dies” del Sommo Pontefice Giovanni XXIII che diede all’Accademia il titolo di “Pontificia”.

La Pontificia Accademia è una realtà dinamica, come il suo presidente, Padre Stefano Cecchin (Ofm), instancabile uomo e religioso che ha il dono della semplicità francescana sposata alla finezza teologica. “ACI Stampa” lo ha intervistato su diversi temi: tra presente, passato e soprattutto futuro.

Presidente, partiamo dal presente. Anzi, forse direi meglio dal futuro dell’Accademia. In questi giorni di calura estiva, nessuna vacanza. E’ già - infatti - a lavoro su un’idea certamente originale e importante: Maria contro le mafie. Un tema scottante su cui la Pontificia Accademia Mariana Internazionale sta puntando per il prossimo ottobre. Una finestra sulla società civile, sull’impegno del bene comune.

Sì, è così. Certamente, “Liberare Maria dalle mafie e dal potere criminale. Per una teologia della liberazione dalle mafie” è un progetto ambizioso, ma doveroso visto i tempi. Per noi rappresenta una sfida che abbiamo con coraggio accettato. E con piacere ci facciamo promotori di un progetto - che vedrà la sua attuazione nell’ottobre prossimo - che vede coinvolti importanti figure della società civile, tutti accomunati da un solo sogno che non vuole essere solo tale, bensì una realtà concreta: il bene comune, tanto necessario nel tempo difficile che stiamo vivendo. E che tutto ciò avvenga sotto l’effige di Maria è davvero “bello”. Non trovo altro aggettivo!   Considerato che la figura di Maria, nonché i luoghi, le ritualità e le simboliche a lei associate, sono oggetto di “riconfigurazione sistematica” da parte delle mafie e della criminalità organizzata non solo in Italia, ma anche in altri Paesi su scala globale, ci è sembrato doveroso il nostro impegno su tale tema. e, questo impegno, non poteva che avvenire attraverso le tantissime realtà a lei dedicate e/o poste sotto il suo patronato. Penso, ad esempio,  ai santuari e alle varie confraternite sparse nel nostro Paese. E’ doveroso ritrovare il senso e il gusto di una vita libera, di una vita autodeterminata, di una vita pro-esistente, di una vita serena: dimensioni, tra l’altro, che si oppongono in radice alle culture e alle prassi mafiose e criminali.

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E a questa del tutto distorta visione della realtà, l’Accademia presenta la figura di Maria. Ci vuole coraggio, non c’è che dire. In fondo, Presidente, sappiamo bene che i tempi che stiamo vivendo sembrano quasi andare contro a chi semplicemente dice la verità, a chi si ostina ad affermare che le “foglie d’estate sono verdi”, per citare Chesterton.

Purtroppo è così: la visione criminale in alcuni contesti sembra quasi essere l’unica vera.                    Maria, oggetto di un qualcosa che davvero non ha nulla a che fare con lei. A questa donna evangelica caratterizzata da libertà, autodeterminazione, pro-esistenza, perseveranza e serenità, viene opposta dalle mafie e dalle culture mafiose la figura di un’altra donna, caratterizzata dall’obbedienza assoluta agli ordini superiori, dalla mancanza di libertà davanti al Fato, dall’accettazione della violenza e della forza come logiche costitutive della società e dell’economia, dalla devozione totale ai legami di sangue. Il tutto all’interno di una visione dualistica del mondo e della storia, che divide sostanzialmente in due gli esseri umani: coloro che meritano (e hanno pertanto tutti i diritti) e detengono il monopolio dell’onore; e coloro che non meritano (che sono pertanto necessariamente destinati ad essere schiavi dei primi), ai quali non resta che vivere nel disonore e nella vergogna sperando che chi detiene l’onore li assoldi al suo servizio permettendogli di mangiare le briciole che cadono dalla sua tavola.

Sarà assai interessante, allora, guardare agli sviluppi di ottobre. Ma, torniamo, al presente. Anzi, a un presente recentemente passato: l’emergenza covid19. L’Accademia non si è fermata: ovviamente, Maria non si ferma. Abbiamo trascorso i giorni della pandemia con un particolare pensiero alla Madonna. Sono state, infatti, tante le dirette su facebook, in televisione  e in diversi canali di comunicazione, di Santi Rosari: l’intercessione della Madre, in questi particolari momenti, è quantomeno necessaria.

L’attività dell’Accademia non ha avuto un freno in tutto ciò che è accaduto. Anzi, forse, abbiamo anche “raddoppiato” il nostro impegno. Molte sessioni di convegni, dibattiti e corsi li abbiamo tenuti online, in maniera gratuita, per permettere al massimo pubblico di fedeli di parteciparvi. Solo un esempio: abbiamo tenuto il 2 aprile scorso, una giornata di studio su Maria in videoconferenza, in previsione del seminario di alta ricerca tra diversi soggetti istituzionali e culturali sulla figura della Madre di Dio, rinviato a settembre. E’ stata una esperienza fruttuosa e abbiamo compreso - davvero - come lo strumento di internet ci può aiutare a facilitare la connessione (ed è proprio il caso di dirlo!) fra le diverse istituzioni mariologiche sparse nel mondo. Sentivamo l’unione - in un momento di distanziamento - sotto l’ala protettiva di Maria che mai abbandona i suoi figli e che non ama, di certo, le distanze. Forse, alcuni fedeli, proprio in quei giorni hanno riscoperto il valore del Rosario: questa preghiera semplice, di annuncio (ricordiamolo, è l’annuncio dell’angelo alla giovane Maria) e di devozione particolare alla Madre di Gesù. I giorni della pandemia, scanditi dall’ “Ave” del Rosario. Spero solo che questa riscoperta non sia da relegare solo a quei giorni ma che possa scandire il tempo dei fedeli: non ci vuole una pandemia per scoprire la bellezza del Rosario. A riguardo, con particolare affetto, ricordo il documento di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae” del 2002: un vero e proprio “vademecum” che andrebbe riscoperto, approfondito maggiormente.

Un nome: Giovanni Paolo II. Oltre ad essere stato un grande cultore della devozione mariana, dobbiamo dire che è stato uno degli illustri membri della Pontificia Accademia.

Sappiamo bene che il legame tra Maria e Giovanni Paolo II nasce ben prima della sua elezione a pontefice. E così è stato con la nostra Accademia. L'allora arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Karol Wojtyła, divenne membro della nostra Accademia nel 1973. Seguiva con particolare interesse tutta l’attività dell’Accademia, tanto da essere presente al “Congresso Mariologico Mariano Internazionale” del 1975 a Roma. Di questo congresso, abbiamo in archivio alcune foto davvero interessanti: notiamo un Wojtyla attento - fra tanti prelati partecipanti - ad ascoltare il congresso. Eletto pontefice, tra l’altro,  visitò la nostra Accademia il 16 gennaio 1982. Fu un giorno che difficilmente sarà dimenticato.

More in Vaticano

“La devozione mariana è un patrimonio religioso-culturale da salvaguardare nella sua originaria purezza, liberandolo da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà” ha scritto Papa Francesco in una lettera inviata lo scorso 15 agosto scorso, giorno dell’Assunta, a Padre Stefano Cecchin, plaudendo all’iniziativa della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Il Papa parla "dei criteri per verificare ciò, è l’esempio di vita dei partecipanti a tali manifestazioni, i quali sono chiamati a rendere dappertutto una valida testimonianza cristiana mediante una sempre più salda adesione a Cristo e una generosa donazione ai fratelli, specialmente i più poveri". E aggiunge che occorre "assumere atteggiamenti che escludono una religiosità fuorviata e rispondano invece a una religiosità rettamente intesa e vissuta".