Budapest , mercoledì, 3. dicembre, 2025 18:00 (ACI Stampa).
C’è una stanza, nel Parlamento ungherese, che ha al centro una tavola rotonda. È vicino alla corona di Santo Stefano, e può passare inosservata ai turistiche visitano l’imponente Parlamento neo-gotico. Al suo interno, c’è una croce verde, di bellissima fattura, donata dal Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. È la sede del Gruppo Interparlamentare di Preghiera, un’iniziativa che riunisce i parlamentari cristiani periodicamente. Si prega, si cerca forza nella fede, si trova uno spazio per Dio all’interno di agende politiche molto difficili.
Presidente di questo gruppo è Imre Vejkey, parlamentare dal 2010, membro della commissione che cambiò la Costituzione Ungherese, giurista di formazione. Fu lui a chiedere una stanza dedicata per il gruppo. E la stanza è stata assegnata il 3 dicembre 2019, sei anni fa. Un anniversario importante, per un lavoro profondo e continuo, che ora è supportato anche da una fondazione.
Ma com’è nato il gruppo parlamentare di preghiera? Zoltán Balog, pastore protestante e primo sottosegretario per i cristiani perseguitati, oggi vescovo, insieme a László Kövér e Imre Vejkey, arrivò alla conclusione di riaprire le ore di preghiera per i parlamentari ungheresi nella primavera del 2007. Queste riunioni si tenevano nella chiesa di Hodl Stree, dove Balog era pastore.
Il gruppo parlamentare Ungherese è radicato proprio nelle ore di preghiera previste nel Parlamento ungherese, ma si sviluppa anche intorno al movimento del National Prayer Breakfast.
Dopo gli incontri informali, nel 2012 si costituì un gruppo di preghiera ufficiale, che però opera de jure come gruppo parlamentare attivo a partire dal 3 dicembre 2019. È presieduto da Imre Vejkey, che è colui che si è adoperato anche perché ci fosse una stanza dedicata solo al Gruppo parlamentare.




