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Unità dei cristiani, una aspirazione che il Concilio Vaticano II ha reso più viva

Il dicastero del dialogo tra cristiani e con il mondo ebraico

Papa Giovanni XXIII con i primi collaboratori dedicati al dialogo ecumenico |  | www.christianunity.va
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Alcune foto di Pontefici con i capi delle Chiese sorelle |  | www.christianunity.va
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Uno dei dicasteri più moderni nasce direttamente dal Concilio Vaticano II. Infatti tra le varie Commissioni incaricate di preparare il Concilio Ecumenico Vaticano II Papa Giovanni XXIII, la Lettera Apostolica Superno Dei nutu del 5 giugno 1960, aveva creato il Secretariatus ad Christianorum Unitatem Fovendam.

Il Segretariato venne riconfermato durante e dopo il Concilio e nel 1967 con la Costituzione Apostolica Regimini Ecclesiae Universae, il Papa scelse anche di estendere la competenza di questo Organismo alle questioni riguardanti l'ebraismo nel suo aspetto religioso. San Giovanni Paolo II, con la Costituzione Apostolica Pastor Bonus, del 28 giu. 1988, e Papa Francesco, con la Costituzione Apostolica Predicate Evangelium del 19 mar. 2022, hanno rispettivamente cambiato la qualifica del Segretariato in Pontificio Consiglio e in Dicastero.

Le competenze sono pastorali e prevedono iniziative ed attività all'impegno ecumenico, sia all'interno della Chiesa cattolica, sia nelle relazioni con le altre Chiese e Comunità ecclesiali, per ricomporre l'unità tra i cristiani.

Parte integrante del Dicsatero è appunto la Commissione per i rapporti religiosi con l'Ebraismo che venne istituita da Papa Paolo VI, il 22 ott. 1974. Si trattava di un organismo distinto, seppur collegato al Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani con lo scopo  "di promuovere e stimolare i rapporti religiosi tra Ebrei e Cattolici, con l'eventuale collaborazione di altre comunità cristiane". La Commissione ha anche un ruolo di consulenza sul tema per tutti gli organismi interessati in conformità alle direttive della Santa Sede alla luce della Dichiarazione Nostra Aetate.

Parte del Dicastero è anche il Comitato per la Collaborazione Culturale con le Chiese ortodosse e le Chiese ortodosse orientali voluto da Paolo VI e istituito il 27 luglio 1964, con Lettera al Cardinale Agostino Bea, primo Presidente del Segretariato per l'Unità dei Cristiani "nell'ambito delle iniziative tese a ristabilire vincoli fraterni tra la Chiesa cattolica e le Chiese dell'Oriente, e con il compito di promuovere il desiderio di una conoscenza e di una comprensione reciproche, fondate sul rispetto e la carità vicendevoli". Il Comitato opera a favore delle Chiese ortodosse di tradizione bizantina di espressione greca e slava, delle Chiese dell'Oriente di tradizione siriaca, etiopica, copta, armena e assira. Si tratta di un compito essenzialmente culturale con la distribuzione di "borse di studio per il conseguimento di una licenza o di un dottorato in scienze ecclesiastiche a candidati presentati dalle rispettive autorità religiose; incoraggia la collaborazione cattolica-ortodossa nei vari contesti locali, a livello della formazione, della traduzione e della diffusione di opere cattoliche, di progetti di reciproca utilità. La sua azione è finanziata da vari benefattori".

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