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Venezia, il programma della festa della Madonna della Salute 2022

Dall’apertura del ponte votivo alle celebrazioni in basilica, tutto quello che c’è da sapere

Santa Maria della Salute | La Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia | Wikimedia Commons Santa Maria della Salute | La Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia | Wikimedia Commons

Quella della festa della Madonna della Salute a Venezia è una tradizione che ci si rinnova da più di tre secoli. Ricorda una terribile pestilenza, quella del biennio 1630-1631. Da allora, dopo il voto del Doge, ogni anno il 21 novembre i veneziani fanno un pellegrinaggio alla Madonna della Salute, per affidare alla madre di Dio le proprie intenzioni di preghiera e ringraziare dei doni di grazia ricevuti.

Quest’anno la festa si colora di un significato particolare, perché non solo ricorda la guarigione da una peste, ma perché l’icona della Vergine che viene venerata è chiamata “la Mesopondotissa”, la mediatrice di pace, ed è un titolo particolarmente importante oggi che c’è una guerra nel cuore dell’Europa.

La festa comincerà il 18 novembre, alle 12, quando il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia benedice il ponte votivo, che è un ponte provvisorio su barche che attraversa il Canal Grande e collega la zona di San Moisè e S. Maria del Giglio (sestiere di San Marco) con la basilica del Longhena (Sestiere di Dorsoduro) per consentire il passaggio della processione. Ci saranno anche le autorità civili e militari.

Il 20 novembre, alle 19, ci sarà un pellegrinaggio dei giovani da Campo San Maurizio. Si tratterà di un rosario peregrinante, guidato dal Patriarca Moraglia, che attraverserà il ponte votivo e che si concluderà con un atto di affidamento a Maria una volta giunti alla Basilica di Santa Maria della Salute.

Infine, il 21 novembre, la Basilica sarà aperta dalle 6 alle 22.30, per consentire l’accesso ai fedeli che giungono a migliaia per accendere un cero di fronte all’icona.

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L’immagine è posta al centro dell’altare maggiore, giunta dall’isola di Candia il 26 febbraio 1670 portata dal doge Morosini.

La festa del 21 novembre ricorda il giorno in cui fu collocata nella nicchia dell’altare, sempre nel 1670. Dagli abitanti di Candia veniva chiamata Madonna di San Tito, perché si riteneva fosse stata dipinta da San Luca e da lui donata al loro primo vescovo.

Ma, come detto, veniva chiamata anche Mesopanditissa che significa mediatrice di pace perché dinanzi alla sua immagine i veneziani e i candiotti, nel 1264, avevano posti fine alla guerra che li aveva visti coinvolti per un sessantennio. La sua festa, tra l’altro, cadeva a metà tra il Natale e la Presentazione del Signore, chiamata dai greci festa dell’Ipapante cioè festa dell’incontro con Cristo. Con Maria, la “Ipapantissa”, ci si incontrava prima, per essere poi guidati da Lei a incontrarsi con Cristo. Anche da questa circostanza verrebbe il nome Mesopondotissa.

Per i veneziani, però, è la Madonna della Salute perché da lei ritenevano di aver ricevuto in dono la salute della guarigione dalla peste, come ricorda anche l’iscrizione incisa nel tondo al centro della Basilica: “Unde origo inde salus”-da Maria nacque Venezia, da Maria venne la salvezza.