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Vita consacrata, la veglia a San Pietro

Mons. Carballo, OFM e il cardinale Braz de Aviz |  | Alexey Gotovsky/CNA
Mons. Carballo, OFM e il cardinale Braz de Aviz | | Alexey Gotovsky/CNA
Mons. Carballo, OFM |  | Alexey Gotovsky/CNA
Mons. Carballo, OFM | | Alexey Gotovsky/CNA
La immagine di Maria  |  | Alexey Gotovsky/CNA
La immagine di Maria | | Alexey Gotovsky/CNA
Una suora attraversa la Porta Santa |  | Alexey Gotovsky/CNA
Una suora attraversa la Porta Santa | | Alexey Gotovsky/CNA
Religiose verso la basilica |  | Alexey Gotovsky/CNA
Religiose verso la basilica | | Alexey Gotovsky/CNA

Con la veglia di preghiera nella Basilica papale di S. Pietro, è iniziato l’evento conclusivo dell’Anno della Vita Consacrata: Vita consacrata in comunione. Il fondamento comune nella diversità delle forme.

“Le beatitudini sono cammino verso una vita piena e felice, qui ed ora- ha detto nell’omelia  Mons. Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario  della Congregazione per la Vita consacrata- per un consacrato la gioia non è una possibilità ma una responsabilità. Se pensiamo che Dio può colmare i nostri cuori e renderci felici; se crediamo che i fratelli e le sorelle che Dio ha posto accanto a noi sono un suo regalo (…) allora non possiamo privare il mondo del dono della gioia in Cristo”.

La giornata è stata introdotta dalla relazione del Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione: “Come consacrati, dobbiamo mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici” ha spiegato,  esortando poi tutti i consacrati e le consacrate all’unità e alla fraternità, a vivere nella Chiesa la spiritualità di comunione.

Seguire, ascoltare, incontrare l’altro: questo lo stile di Gesù che i consacrati e le consacrate sono chiamati ad imparare, ha detto P. Theobald, SJ, nel corso della sua relazione. Consacrati al servizio della storia in cui vivono e operano; testimoni della fraternità che, se autenticamente vissuta, diventa uno stile di vita ‘alternativo’; uomini e donne che guardano al futuro con lo sguardo profetico di chi osserva l’opera dello Spirito Santo che continuamente crea e arricchisce la Chiesa di nuovi carismi.

L’invito a  vivere lo stile di vita contemplativo di Gesù giunge dalle relazioni di Maria Grazia Angelini, OSB e Miguel Marquez Calle, OCD. La contemplazione non astrae dal mondo, ma inserisce vitalmente in esso: “Dio vive e opera nel mondo. – spiega Angelini - E ci pone nella situazione originaria di contemplare. Non un’attività, non uno stato di vita, ma uno stile che splende nell’atto: la forma unificante del credere. Lo Spirito è all'opera. Ci guida all’essenziale. Seguire il Maestro”.

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La contemplazione è “una fonte di grazia mattiniera fatta di misericordia... che ci attende sempre” spiega Miguel Marquez Calle, che la declina attraverso esperienze e testimonianze di santità lungo la storia, da S. Giovanni della Croce fino ai nostri giorni: “La madre è contemplativa: sta in mille cose, ma il suo cuore è completamente nel figlio/nella figlia... ovunque sia... non toglie dal suo seno la creatura, la porta con lei, come Dio porta ciascuno di noi dentro di Lui e ci ama, dice Giovanni della Croce, con lo stesso amore che ha per Lui. Questo amore di Dio è il principio e il fine di qualsiasi contemplazione”.