“Gli ultimi aiutano gli ultimi”. Potrebbe essere questo lo slogan da utilizzare per l’iniziativa promossa dalla Caritas dell'Arcidiocesi di Siracusa rivolta alle famiglie ucraine che sono ospitate nel territorio siracusano.
Dopo l'idea del caffè sospeso, c'è quella del libro sospeso. Dopo il successo riscosso a Brescia, Napoli, Udine, Lodi, Novara e Palermo, questa iniziativa arriva anche nella Libreria Paoline di Messina condivisa insieme alla Caritas dell’Arcidiocesi di Messina, all’associazione D’arteventi e ai Cappellani della casa circondariale di Messina e di Barcellona Pozzo di Gotto.
Sabato prossimo la Chiesa celebra il Natale, la festa che richiama una particolare attenzione verso i più deboli, vulnerabili, poveri
I detenuti dell'Isola Solidale hanno deciso di donare generi alimentari di prima necessità alle famiglie romane in difficoltà. I pacchi che contengono zucchero, sale, farina, pasta e olio verranno consegnati all'Elemosineria vaticana che in questi giorni è in prima linea nel sostegno ai più fragili della Capitale.
Isola Solidale e So.Spe. insieme per far festeggiare l'Epifania ai detenuti di Regina Coeli. Lunedì 6 gennaio, infatti, ogni cella della Casa Circondariale di via della Lungara, a Roma, riceverà una calza della Befana contenente dolci, caramelle, cioccolata, biscotti e altri beni alimentari.
“Come ho sottolineato altre volte, la situazione nelle carceri continua a riflettere la nostra realtà sociale e una conseguenza del nostro egoismo e indifferenza sintetizzati in una cultura dello scarto”.
“Conosco la situazione non sempre facile delle carceri pertanto non manco di esortare sempre le comunità ecclesiali locali a manifestare concretamente la vicinanza materna della Chiesa in questi luoghi di dolore e redenzione”. Lo scrive Papa Francesco in una lettera ai detenuti del carcere dell’isola di Gorgona, in provincia di Livorno. Latore della missiva è stato il Cardinale albanese Ernst Simoni, che ha scontato in patria anni di lavori forzati per il solo fatto di essere sacerdote.
Papa Francesco torna a trovare i detenuti in carcere nel giorno del Giovedì Santo. Il Pontefice arriva nella casa circondariale di Velletri, a pochi chilometri da Roma, e lava i piedi a 12 detenuti, provenienti da quattro diversi Paesi: 9 sono italiani, 1 brasiliano, 1 della Costa d’Avorio e 1 del Marocco. Francesco celebra l’Eucaristia nel Salone teatro del carcere, alla presenza dei reclusi, del personale civile e degli agenti della polizia penitenziaria.
La reliquia del patrono San Ponziano è stata venerata nel carcere di Spoleto per la prima volta. A portarla, l’Arcivescovo Monsignor Renato Boccardo, che sabato ha presieduto la messa alla presenza di numerosi detenuti. Con lui sull'altare il cappellano Monsignor Eugenio Bartoli.
Grazie alla quinta edizione dell’iniziativa del Rinnovamento nello Spirito Santo e di Prison Fellowship Italia, il 18 dicembre, più di 2000 detenuti, detenute, familiari e guardie carcerarie di Italia pranzeranno con i piatti stellati di cuochi d’eccezione.
Sono 35 i detenuti del penitenziario “La Joya di Panama” che stanno costruendo i 250 confessionali che saranno utilizzati durante la Giornata mondiale della gioventù del prossimo gennaio, in quello che sarà chiamato “Parco del perdono”. I detenuti chiamano questa attività “laboratorio libertà”.
I dipinti di Marcello d'Agata, detenuto condannato all'ergastolo, sono stati scelti all'Ufficio filatelico della Città del Vaticano come i nuovi francobolli di Natale. Un segno di “speranza e riscatto”.
Lo staresti a sentire per ore quando ti racconta come ha cercato con appassionata ostinazione di creare qualcosa che non sia solo immagine ma che crei una speranza per chi è in carcere.
“Caro Papa Francesco nel ricambiare l’ospitalità che ci hai accordato per il giubileo dei carcerati, ti invitiamo in questa casa circondariale e ti chiediamo di donarci il tuo affetto e il tuo amore”. E' la missiva che in occasione della Pasqua i detenuti del carcere palermitano dell'Ucciardone hanno inviato il Papa attraverso l'Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice.
E’ il terzo Giovedì Santo in un carcere per Papa Francesco. Questa volta è la cappella della Casa di Reclusione di Paliano, in Provincia di Frosinone e Diocesi di Palestrina, ad ospitare la messa “in Coena Domini”, primo atto dei giorni che commemorano la passione in vista della Pasqua. Il Papa lava i piedi a dodici detenuti e detenute, ripetendo il gesto compiuto da Gesù agli Apostoli.
Papa Francesco, nel pomeriggio di giovedì 13 aprile, si recherà nella Casa di Reclusione di Paliano (in Provincia di Frosinone e Diocesi di Palestrina) per celebrare la Messa in Cæna Domini, con il rito della lavanda dei piedi ad alcuni detenuti. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede.
Il primo appuntamento del Papa a Ciudad Juárez – ultima tappa del viaggio apostolico in Messico, la città dei migranti al confine con gli Stati Uniti – è la visita al penitenziario “Centro de Readaptación Social estatal n.3”
Con grande emozione è stato accolto, dai detenuti del Carcere di Pordenone, la corona del S. Rosario inviata ad ognuno di loro da Papa Francesco e consegnata da P. Edmondo Caruana, Responsabile Editoriale della L.E.V., in occasione dell'incontro organizzato nell'ambito della rassegna editoriale “La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone”. “Per noi è stato un momento molto importante e un grande onore essere ricordati da Papa Francesco” – ha dichiarato il direttore del Carcere circoscrizionale, dott. Alberto Quagliotto. “I detenuti – ha dichiarato il Cappellano del Carcere, don Piergiorgio Rigolo – hanno apprezzato molto il regalo del Santo Padre e sicuramente pregheranno per lui come ha chiesto”.
Quattro edifici residenziali e uno per affari amministrativi che dal 1995 si chiamano Curran-Fromhold Correctional. Il Papa visita i detenuti, tappi ormai consueta nei viaggi di Francesco. Visita la gente che vive in quelle otto unità abitative di 32 celle organizzate intorno a un soggiorno e zona pranzo comune. É un carcere modello quello di Filadelfia e i detenuti hanno accesso alla ricreazione al coperto e all'aperto, ai servizi medici, alla biblioteca. Ma sono sempre quei carcerati che Gesù chiede di andare a visitare. E stavolta sono circa tremila.
Una cinquantina di detenuti della sezione penale della Casa di Reclusione di Rebibbia, accompagnati dal Direttore, Stefano Ricca, hanno visitato questa mattina i Giardini Vaticani, la Basilica di San Pietro e alle 12.00 si sono ritrovati nella Cappella Sistina per ascoltare l’Angelus di Papa Francesco.