Il Giubileo dei collaboratori di ruolo diplomatico della Santa Sede si è tenuto lo scorso 17 novembre. Si tratta dei diplomatici della Santa Sede, i funzionari delle nunziature che hanno iniziato la loro carriera. Alcuni di loro diventeranno nunzi. Leone XIV li ha incontrati, tenendo un discorso in cui ha chiesto loro di portare la speranza là dove manca la pace. Prima del discorso del Papa, c’è stato un saluto del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che ha poi celebrato la Messa per loro nella Basilica di San Pietro.
C’era stata persino l’idea di abolire i nunzi e di trasferirne le attività alle Conferenze Episcopali nazionali. Si trattava di un dibattito che nasceva con il Concilio Vaticano II, e con l’idea di valorizzare il ministero episcopale, equilibrando il Concilio Vaticano I che aveva esaltato il primato petrino e creare un nuovo bilanciamento di poteri. Paolo VI, però, non la vedeva così. Non si trattava di un mero incarico amministrativo. E lo spiegò nel motu proprio Sollicitudo Omnium Ecclesiarum, che quest’anno fa cinquanta anni.