Il dato più impressionante è forse quello delle 15 mila chiese Cristiane chiuse con la forza tra la fine del 2022 e il 2023, soprattutto in Cina e India, laddove si sentono gli effetti del controllo governativo sulle religione (in Cina) e delle leggi anti-conversione (in India). In generale, però, il World Watch List, il rapporto della Ong cristiana Open Doors, conferma i trend degli scorsi anni, con una recrudescenza di attacchi contro i cristiani in Corea del Nord, ma anche nel Sahel, e qualche segnale di speranza dal Medio Oriente con le politiche della tolleranza, attuate sia dagli Emirati Arabi Uniti scelti dal Papa per firmare la Dichiarazione della Fraternità Umana, ma anche dall’Iraq successivamente visitato dal Papa, e negli altri Paesi del Golfo.
Per anni, la Corea del Nord è stato in cima alla lista dei Paesi più pericolosi per i cristiani. Ma quest’anno, quel posto per la prima volta è stato preso dall’Afghanistan, che dopo la crisi creata dal ritiro delle truppe americane e il ritorno dei talebani ha visto anche l’unica chiesa del Paese priva di ogni guida pastorale. Il dato è stato registrato dalla World Watch List, la lista dei Paesi dove i cristiani sono più perseguitati redatta ogni anno dalla Ong cristiana Open Doors.
È dal 2002 che la Corea del Nord mantiene il triste primato della nazione dove i cristiani sono più perseguitati. E sul podio, anche questa una costante abbastanza frequente, ci sono Afghanistan e Somalia, seguiti poi da Libia, Pakistan, Eritrea. Per comprendere, però, la gravità della situazione servono i numeri: 80 milioni di cristiani in più perseguitati rispetto al 2019, 4761 persone uccise a causa della loro fede in Cristo, 4488 le chiese distrutte.