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Fede, miracoli e difesa della vita e la preghiera per la pace nell'Angelus del Papa

Il Papa guida la preghiera dell' Angelus in Piazza San Pietro  |  | Daniel Ibanez/ CNA Il Papa guida la preghiera dell' Angelus in Piazza San Pietro | | Daniel Ibanez/ CNA

“Con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede” perché “la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore”.

Il Papa lo ricorda prima della preghiera dell’ Angelus in una domenica fredda e assolata.

Lo ricorda prima di annunciare per il 23 febbraio prossimo una giornata di preghiera e digiuno per la pace in particolare nella Repubblica Democratica del Congo e nel  Sud Sudan. Ed estende l’invito a “i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani” secondo le “modalità che riterranno più opportune”.

“Il nostro Padre celeste - dice Francesco - ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”.

E del resto, lo sguardo di Gesù è sulla “umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi” e “a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù” spiega Francesco commentando il Vangelo della liturgia domenicale. Gesù, dice il Papa, non fa prediche da laboratorio, ma sta sulla strada. 

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I miracoli sono “segni”, che invitano alla risposta della fede, dice Francesco, e che indicano la strada “come luogo del lieto annuncio del Vangelo” che “pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’“andare”, del “movimento” e mai della staticità”. 

Il Papa nei saluti ha ricordato che “ieri, a Vigevano, è stato proclamato Beato il giovane Teresio Olivelli, ucciso per la sua fede cristiana nel 1945, nel lager di Hersbruck. Egli ha dato testimonianza a Cristo nell’amore verso i più deboli e si unisce alla lunga schiera dei martiri del secolo scorso. Il suo eroico sacrificio sia seme di speranza e di fraternità soprattutto per i giovani”.

Un pensiero anche per la Giornata per la Vita, che ha come tema «Il vangelo della vita, gioia per il mondo». “Esprimo il mio apprezzamento e incoraggiamento - ha detto il Papa- alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita, di cui saluto i numerosi esponenti qui presenti, non tanto numerosi e questo mi preoccupa- ha aggunto il Papa. Non sono tanti quelli che difendono la vita in un mondo in cui si fanno più armi e si fanno leggi che sostengono la cultura dello scarto. 

Infine anche la vicinanza del Papa “alle popolazioni del Madagascar, recentemente colpite da un forte ciclone, che ha causato vittime, sfollati e ingenti danni. Il Signore le conforti e le sostenga” e ai molti gruppi presenti in particolare alla Città di Agrigento, “cui esprimo apprezzamento per l’impegno di accoglienza e integrazione dei migranti”.