Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Sinodo Permanente della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina guidato da Svjatoslav Ševčuk, Arcivescovo Maggiore di Kyïv-Halyč.

Finora non sono stati diffusi discorsi ufficiali dell’udienza che il Papa ha concesso alla delegazione ucraina. Tra i temi affrontati - molto probabilmente - anche la Dichiarazione congiunta firmata a L’Avana tra Francesco ed il Patriarca Ortodosso di Mosca e di tutte le Russie Kirill. 

“Io mi sento libero - aveva anticipato Mons. Ševčuk ad Acistampa - di essere anche franco e sincero, trasparente con il Santo Padre. Ma non in nome mio. Io voglio essere portavoce dei sentimenti, dei dolori, anche dei dubbi del popolo ucraino. Vorrei essere un mediatore tra le persone semplici e credenti e il Santo Padre. Perché l’identità della Chiesa greco-cattolica ucraina è sempre composta da due dimensioni: da una parte, condivide la stessa liturgia, teologia, anche un po’ della storia con le Chiese Ortodosse in generale, e soprattutto con la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca. Ma c’è un’altra parte, che è una parte integrale della nostra identità, ed è la comunione con il successore di Pietro. È proprio a motivo di questa parte della nostra identità che siamo stati da sempre stigmatizzati dagli ortodossi. Ma essere in comunione con il Santo Padre per noi è fondamentale. È naturale che al giorno d’oggi essere cattolico vuol dire essere ecumenico, essere promotore della unità fra i cristiani. Perciò, essere operatori della unità cristiana, specialmente nei riguardi dei fratelli ortodossi, fa parte della nostra missione di oggi: lo ha ripetuto tante volte il Santo Papa Giovanni Paolo II, e anche Papa Benedetto XVI.”

Nei giorni scorsi i Vescovi ucraini hanno celebrato una Divina Liturgia nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore.