venerdì, maggio 03, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Gesù propone un amore rivoluzionario. VII Domenica del Tempo Ordinario

Nel brano di Vangelo di oggi, Gesù ci dice quale atteggiamento devono avere i suoi amici con gli altri. Egli pone alla base di ogni relazione l’amore. La parola “amore” è la più inflazionata e utilizzata al mondo, eppure l’esperienza ci insegna che amare è terribilmente difficile, arduo. Il modo “normale” di amare consiste nel volere bene a coloro che ci amano e ci fanno del bene. Non è questo quello che viene chiesto ai cristiani, a coloro, cioè, che scelgono di seguire Gesù.

Gesù propone ai suoi discepoli un modo rivoluzionario e assolutamente originale di praticare l’amore: amare come ha amato Lui, il quale ha fatto del bene a chi lo odiava, ha benedetto chi lo malediceva, ha pregato per coloro che lo maltrattavano, ha perdonato coloro che lo uccidevano. La caratteristica del suo amore, dunque, è la gratuità e l’universalità, che comporta di amare senza attendere il contraccambio ed amare tutti, senza frontiere e senza limiti.

L’uomo senza Cristo è ben lontano da questo progetto di Dio. Fino a Gesù l’umanità rispondeva alla violenza con la violenza, all’odio con l’odio, pregava contro i nemici. I cristiani sono chiamati a rispondere all’odio e alla violenza con l’amore e ad amare l’altro senza che lo questi se lo meriti, come nel caso del nemico.

Il discepolo di Gesù in tale modo vive l’insegnamento di Gesù e imita il “Padre nostro celeste” il quale ci ama anche se noi, a causa del peccato, siamo ben poco amabili ai suoi occhi. Cristo con la sua vita ci svela il vero volto di Dio e la Sua natura intima: la misericordia, la quale può essere descritta come l’amore ostinato, che non disarma neppure davanti al tradimento e fa trionfare il bene sul male.

Dio perdona, non condanna nessuno e ci chiede di imitarlo. Anzi giunge al punto di affermare che il giudizio su noi stessi è, per così dire, messo nelle nostre stesse mani: con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi in cambio. La rivelazione di Dio come misericordia non significa che Egli accetta il male o che il male gli è indifferente. Non c’è nulla in comune tra Dio e il peccato, l’ingiustizia, la tortura, l’egoismo, la violenza…Anzi coloro che commettono queste cose e non si pentono non avranno “parte con Lui”.

Solo da Gesù riceviamo la possibilità di amare i nemici. La preghiera, la partecipazione alla Santa Messa, la confessione sono i grandi mezzi che abbiamo perché i sentimenti di Cristo diventino i nostri. Egli attraverso l’azione della Grazia e la presenza del suo Spirito crea un cuore nuovo capace di vedere il nemico alla luce del mistero di Dio.

Scrive s. Ambrogio che Cristo a quanti gli “preparavano la croce rispondeva donando salvezza e amore. E tuttavia, poiché anche l’impegno nel bene si allenta se non riceve ricompensa, egli ci diede l’esempio e ci promise il premio dal cielo garantendo che i suoi imitatori sarebbero diventati figli di Dio”.

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