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Il Cardinale Dolci, il porporato che si spese contro il genocidio armeno

Ricorre oggi l'80/mo anniversario della morte del Cardinale Angelo Maria Dolci, diplomatico di razza della Santa Sede, morto - per l'appunto - il 13 settembre 1939 all'età di 72 anni.

Nato a Civitella d'Agliano, in provincia di Viterbo, il 12 luglio 1867, venne ordinato sacerdote nel 1890.

Grazie alle sue capacità Papa Leone XIII lo nomina vescovo a soli 32 anni: il 19 aprile 1900 riceve la guida della diocesi di Gubbio.

Nel 1906 Papa Pio X lo sceglie quale delegato apostolico per l'America Latina e contestualmente viene promosso Arcivescovo titolare di Nazianzo.

5 anni - dopo nel 1911 - l'Arcivescovo Dolci torna in Italia per guidare l'Arcidiocesi di Amalfi. Ma nel 1914 Pio X lo invia a Costantinopoli quale delegato apostolico: qui si attiva per dare sostegno e rifugio alle minoranze greche e armene, nel mirino dell'Impero Ottomano, durante quello che è passato alla storia come il genocidio del popolo armeno.

Nel 1922 fu nominato Nunzio Apostolico in Belgio e l'anno successivo in Romania.

Il 13 marzo 1933 Papa Pio XI lo crea cardinale di Santa Romana Chiesa, con il titolo presbiterale di Santa Maria della Vittoria e viene contestualmente nominato Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Successivamente, nel 1936, viene promosso all'ordine dei vescovi e gli viene assegnato il titolo della Chiesa suburbicaria di Palestrina.

Poco prima di morire riuscì a partecipare al conclave del marzo 1939 che elesse Pio XII. Morì a Roma il 13 settembre di quello stesso anno.

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