domenica, maggio 05, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Francesco: "La fede non è una ninna nanna, ma un fuoco acceso"

“Gesù è venuto a portare nel mondo il Vangelo, la buona notizia dell’amore di Dio per ciascuno di noi. Perciò ci sta dicendo che il Vangelo è come un fuoco, perché si tratta di un messaggio che, quando irrompe nella storia, brucia i vecchi equilibri del vivere, sfida a uscire dall’individualismo, a vincere l’egoismo, a passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla vita nuova del Risorto”. Lo ha detto Papa Francesco stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.

Il Vangelo – ha proseguito il Papa - non lascia le cose come stanno, ma provoca al cambiamento e invita alla conversione. Non dispensa una falsa pace intimistica, ma accende un’inquietudine che ci mette in cammino, ci spinge ad aprirci a Dio e ai fratelli. È proprio come il fuoco”.

Gesù – ha detto ancora il Pontefice - è acceso dal fuoco dell’amore di Dio e, per farlo divampare nel mondo, si spende in prima persona, amando fino alla morte di croce. Egli svela il volto misericordioso di Dio e dà speranza a quanti sono considerati perduti, abbatte le barriere dell’emarginazione, guarisce le ferite del corpo e dell’anima, rinnova una religiosità ridotta a pratiche esteriori”.

La fede – ha concluso - non è una ninna nanna che ci culla per farci addormentare, ma un fuoco acceso per farci stare desti e operosi anche nella notte”, il Papa invita infine a una verifica anche come Chiesa, se si è “accesi del fuoco dell’amore di Dio e vogliamo gettarlo nel mondo, portarlo a tutti, perché ciascuno scopra la tenerezza del Padre e sperimenti la gioia di Gesù, che allarga il cuore e fa bella la vita”.

Dopo aver recitato l’Angelus il Papa ha ricordato la “grave crisi umanitaria della Somalia e dei paesi limitrofi, le popolazioni si trovano in pericolo mortale a causa della siccità. Auspico una solidarietà che risponda efficacemente a tali emergenze. La lotta alla fame, la salute e l’istruzione esigono il massimo impegno”.

Francesco ha poi ricordato l’atto di affidamento alla Divina Misericordia compiuto da Giovanni Paolo II: “chiediamo al Signore misericordia speciale e pietà per il martoriato popolo ucraino”.

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