venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Tra la gente dell'Azione Cattolica per la Canonizzazione di Piergiorgio Frassati

“Buongiorno a tutti! Buona domenica e benvenuti! Grazie! Fratelli e sorelle, oggi è una festa bellissima per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa, per tutto il mondo! E prima di cominciare la solenne celebrazione della Canonizzazione, volevo dire un saluto e una parola a tutti voi, perché, se da una parte la celebrazione è molto solenne, è anche un giorno di molta gioia! E volevo salutare soprattutto tanti giovani, ragazzi, che sono venuti per questa santa Messa! Veramente una benedizione del Signore: trovarci insieme con tutti voi che siete venuti da diversi Paesi”: a queste parole di papa Leone XIV pronunciate prima della celebrazione eucaristica per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e di Carlo Acutis gli 80.000 fedeli, un po’ ancora assonnati ed un po’ sorpresi, lo hanno accolto con un lungo e caloroso applauso.

Applauso che si è ripreso al termine della messa, mentre il papa sulla ‘papamobile’ passava a salutare i presenti ed ad accarezzare i bambini, che i genitori mettevano nelle braccia del papa per ricevere una benedizione, tra l’entusiasmo dei giovani che, urlando, continuavano a chiamarlo con gli stessi slogan usati un mese prima a Tor Vergata, come ha detto Giulio, proveniente dalla Sicilia: “E’ stato un momento bellissimo. Frassati ci insegna che la vita deve essere vissuta interamente e non a pezzi… Vivere e non vivacchiare”.

A poca distanza di metri dalle bandiere dell’Azione Cattolica uno striscione ha evidenziato una richiesta dei giovani: ‘Rendici Acuti (s) come Te’, tantoché Sara, da Milano, ha specificato: “La strada percorsa da Carlo Acutis è molto intricante per noi. Ci invita ad accostarci a Gesù con costanza ed a vivere con autenticità”.

Percorrendo via della Conciliazione trovo molti giovani che allegramente stanno esprimendo con canti e bans, propri dei ragazzi dell’Azione Cattolica, sentimenti di gioia per festeggiare un ‘tipo losco’, come dice Giorgio con accento romano: “Pier Giorgio non è il santo da figurina ingiallita, ma un ‘tipo losco’, nel quale rivedo me ed i miei amici: imperfetto, con le proprie incoerenze, ma così capace di far spazio a Dio”.

Però non solo giovani, ma anche genitori come Aldo da Perugia: “Sembrano ragazzi della porta accanto. Vedere santi così giovani mi ricorda che tutti, nel quotidiano,possiamo esserlo. Da papà, mi fa impressione che avessero 15 e 24 anni: nei loro occhi vedo i miei figli”.

Però la festa per san Pier Giorgio Frassati si era aperta il giorno precedente con il convegno alla Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) con il convegno ‘Dentro la vita, dentro la storia’, a cui è seguita la veglia di preghiera nella basilica di san Giovanni Battista dei Fiorentini, presieduta da mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica ‘Sacro Cuore’ di Milano, che ha ripreso la definizione di san Giovanni Paolo II, ‘L’uomo delle otto beatitudini’: “Pier Giorgio Frassati parla ancora agli uomini e alle donne di questo tempo: l’amicizia, la carità, la gioia. Temi che non appartengono solo alla sua biografia, ma che attraversano anche il vissuto dei nostri giorni, segnati da conflitti, solitudini e diseguaglianze.

La canonizzazione, ormai imminente, di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati ci fa comprendere quanto tutto questo sia vero e come i santi siano i grandi compagni di viaggio di tutti coloro che affrontano il cammino della vita facendo proprio l’invito di san Paolo... Questo non significa che i santi rifuggano dalla vita terrena o siano estranei all’agone del vivere umano, tutt’altro. Sono esattamente coloro che vivendo in Cristo sanno trasformare l’ordinario in straordinario”.

Però tutte le sue attività non avrebbero avuto senso senza la preghiera: “Ma tutto questo sarebbe stato impossibile se non avesse vissuto in modo particolarmente intenso la prima delle beatitudini: ‘Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli’. La centralità della vita spirituale, l’assiduità nella preghiera, l’Eucaristia quotidiana e il Rosario, ci dicono quanto avesse interiorizzato la necessità di affidarsi totalmente al Signore e di volersi sempre più conformare a Lui”.

Il convegno pomeridiano era stato aperto dal presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano: “La canonizzazione di Pier Giorgio rappresenta un momento significativo per tutta l’Azione Cattolica Italiana e la sua figura è un esempio per generazioni di laici giovani ed adulti impegnati nella Chiesa e nel mondo. Per l’Ac è un momento di grazia e di gratitudine profonda. Al cuore della sua esistenza, attraverso esperienze di servizio ai poveri, di legami fraterni di amicizia, di impegno sociale e politico, c’è una profonda spiritualità che connette e tiene insieme tutto, cercando una sintesi che prende sempre una forma evangelica, gioiosa e appassionata”.

Mentre  il prefetto del Dicastero delle cause dei santi, card. Marcello Semeraro, ha tratteggiato i lineamenti di questo ‘alpinista dello spirito’: “I santi, come Pier Giorgio sono anzitutto donne e uomini di comunione. Di vere relazioni. Sono in comunione con Dio e con le cose sante di Dio, in comunione tra di loro, che sono stati conquistati da Cristo, ed in comunione con noi. Ci pare che questa consegna sia troppo importante per essere data per scontata. I santi, come Pier Giorgio, sono donne e uomini interi, che hanno preso seriamente in considerazione la propria umanità. Per questo continuano a parlare alle generazioni che li hanno seguiti”.

Roberto Falciola, vicepostulatore della causa di canonizzazione, ha ricordato come l’amicizia fosse per Frassati non solo un legame umano, ma un luogo privilegiato di evangelizzazione e sostegno reciproco e per questo aveva dato vita alla Compagnia dei ‘Tipi loschi’: “Fidandosi totalmente delle parole di Gesù, vede nel prossimo la presenza di Dio, si considera ‘povero come tutti i poveri’: si prodiga in parole e gesti di carità fraterna, sia da solo che nella forma organizzata delle Conferenze di San Vincenzo, per le strade di Torino, nei quartieri poveri, al Cottolengo. Nelle forti tensioni del primo dopoguerra è impegnato in un apostolato sociale, che lo vede presente anche nelle fabbriche”.

Insomma essere cristiani è possibile, solo se si vive con umorismo e serietà: “Il messaggio che la figura di Frassati diffonde nel mondo è che essere giovani cristiani non solo è possibile, ma che è anche il modo di vivere la propria età in pienezza e in totale armonia, godendone fino in fondo. Emerge da Pier Giorgio una santità adatta al nostro mondo ed al nostro tempo, avendo egli vissuto tutte le dimensioni che sono proprie della vita dei giovani di oggi ed attraversato con coraggio e lucidità un tempo difficile, duro e provocatorio, testimoniando la fede e seminando speranza”.

Inoltre Luca Liverani, giornalista di Avvenire, ha raccontato un ‘curioso episodio familiare del padre, mentre Rosanna Tabasso, presidente del Sermig, ha riflettuto sul desiderio di pace che lo animava, raccontando l’accoglienza offerta dal Sermig ai poveri. Infine Tatiana Giannone, rappresentante di Libera, ed Irene Ioffredo, rappresentante del Dicastero per lo Sviluppo umano e integrale, hanno ribadito come la sete di giustizia di Frassati resti attualissima. 

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