Roma, 26 October, 2025 / 10:00 AM
Le parole della prima lettura della santa Messa, tratta dal libro del Siracide sono come una luce che si accende nel buio; sono un balsamo per i cuori affaticati, per chi continua a fare il bene e si chiede: “Ma Dio mi ascolta davvero?”. Il testo, innanzitutto, ci dice che “Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone.”. In un mondo dove la voce di tanti si perde nel silenzio perchè viene ascoltato solo chi ha potere o forza, la Sacra Scrittura ci assicura che Dio non guarda le apparenze, non si lascia corrompere, non dimentica nessuno. Dio ascolta e ascolta davvero.
E la prova più grande di tutte che ci garantisce che Dio ascolta davvero è il dono del suo Figlio, Gesù Cristo. Dio non è rimasto sordo al grido dell’umanità che geme sotto il peso dei peccati, al pianto dei poveri, alla supplica dei giusti, al silenzioso gemito di chi è oppresso. Ha risposto non con parole, ma con una Persona:“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Sulla croce, Cristo prende su di sé le miserie morali, spirituali e fisiche di tutti gli uomini, entra nel dolore innocente, nella solitudine dei dimenticati e porta tutto questo davanti al Padre, trasformandolo in offerta d’amore, in salvezza, in risurrezione. Accettando di morire sulla croce, Cristo ci dice che Dio non interviene usando la forza, né strumenti di vendetta. Egli percorre la via dell’amore la quale anche se non fa rumore, è sempre più forte di ogni apparenza contraria. Egli ristabilisce il diritto aprendo strade nuove, spesso silenziose, ma profonde. E così, a volte, interviene cambiando i cuori, altre volte abbattendo sistemi corrotti, altre ancora sollevando i piccoli e rendendoli segno visibile del Suo Regno. Come dice la Vergine Maria nel Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.” (Lc 1,52-53) Questa è l’opera silenziosa, ma reale di Dio nella storia.
Dio vede. Dio ascolta. Dio interviene. La Parola di oggi ci chiama alla speranza, non a coltivare un’illusione ingenua. Per questo dobbiamo avere il coraggio della verità: su questa terra la giustizia piena non sarà mai possibile. Perché? Perché la libertà dell’uomo può scegliere il bene, ma può anche ostinarsi nel male. Dio ci ha voluti liberi — e questa è la nostra grandezza — ma una libertà non redenta da Cristo, spesso diventa fonte di violenza, ingiustizia, sopraffazione.
Ma questa non è una resa. Perchè c’è un annuncio che cambia tutto e che si fonda sulla resurrezione di Cristo: “Noi aspettiamo, secondo la sua promessa, cieli nuovi e terra nuova, nei quali abiterà la giustizia” (2Pt 3,13). Verrà un tempo nel quale ci sarà pace piena, giustizia vera, amore senza confini. Questa è la certezza che sostiene il giusto anche nella notte più oscura: Dio farà giustizia. Perchè la giustizia non è amministrata solo nei tribunali umani (spesso così parziali), ma nella vita eterna quando alla presenza di Cristo l’uomo non potrà più mentire e riconoscerà se ha vissuto nella verità o nel rifiuto di essa. In quel giorno nessun gesto d’amore andrà perduto e, allo stesso tempo, nessuna ingiustizia resterà senza risposta, ogni ferita sarà guarita, ogni lacrima raccolta, ogni torto sanato. Il Giudizio finale è la risposta ultima alla sete di giustizia inscritta nel cuore dell’uomo. Dice Simone Weil, filosofa e mistica: “La compassione di Dio verso il sofferente non è una consolazione facile, ma la promessa di una giustizia che ancora non si vede, ma che è certa come la luce dell’alba.”
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