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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco nei cimiteri di Roma, visite di speranza e di pace

Papa Francesco presiederà nel pomeriggio la Messa nel cimitero Laurentino di Roma in occasione della Commemorazione dei fedeli defunti. 

Non è una novità per il Papa che fin dall’anno della sua elezione - nel 2013 - si è sempre recato in un cimitero della Capitale per celebrare la Messa per i defunti. 

Nel dettaglio Francesco si è recato nel cimitero del Verano per tre anni di fila: nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Nel 2016 è stata volta del cimitero Flaminio, meglio conosciuto come Prima Porta e l’anno scorso il Papa ha voluto visitare il cimitero militare americano di Nettuno.

Nelle sue omelie in queste particolari celebrazioni il Papa ha sempre sottolineato due caratteristiche: il senso di speranza e il senso di pace che legano la Solennità di Tutti i Santi e la Commemorazione dei fedeli defunti. 

“Oggi - spiegava Francesco nell’omelia pronunciata al Verano nel 2013 - è un giorno di speranza. I nostri fratelli e sorelle sono alla presenza di Dio e anche noi saremo lì, per pura grazia del Signore, se cammineremo sulla strada di Gesù. Oggi è un giorno di gioia, ma di una gioia serena, tranquilla, della gioia della pace. Pensiamo al tramonto di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto, pensiamo al nostro tramonto, quando verrà. E pensiamo al nostro cuore e domandiamoci: Dove è ancorato il mio cuore?. Se non fosse ancorato bene, ancoriamolo là, in quella riva, sapendo che la speranza non delude perché il Signore Gesù non delude”.

“La Commemorazione dei defunti - ricordava ancora il Papa a Prima Porta nel 2016 - ha questo duplice senso. Un senso di tristezza: un cimitero è triste, ci ricorda i nostri cari che se ne sono andati, ci ricorda anche il futuro, la morte; ma in questa tristezza, noi portiamo dei fiori, come un segno di speranza, anche, posso dire, di festa, ma più avanti, non adesso. E la tristezza si mischia con la speranza. E questo è ciò che tutti noi sentiamo oggi, in questa celebrazione: la memoria dei nostri cari, davanti alle loro spoglie, e la speranza. Ma sentiamo anche che questa speranza ci aiuta, perché anche noi dobbiamo fare questo cammino. Tutti noi faremo questo cammino. Prima o dopo, ma tutti. Col dolore, più o meno dolore, ma tutti. Però con il fiore della speranza, con quel filo forte che è ancorato aldilà. Ecco, quest’ancora non delude: la speranza della risurrezione”.

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