Per il Sinodo è arrivato il momento della Via Crucis che si terrà nella mattinata di sabato 19 ottobre a Roma. Leader indigeni, padri sinodali ed esperti arrivati da ogni parte del mondo per partecipare al Sinodo per l’Amazzonia ripercorreranno insieme le stazioni della passione e morte di Gesù su via della Conciliazione, nel tragitto che collega Castel Sant’Angelo a Piazza San Pietro.

"Seguendo la logica e la struttura del cammino cattolico della croce - spiega Sr. Maria Eugênia Lloris Aguado, tra gli organizzatori di Amazzonia: Casa Comune, in un comunicato stampa - l’idea è quella di inserire in ogni stazione le problematiche dei popoli indigeni: emarginazione, disuguaglianze sociali, espropriazione dei territori, indifferenza, danni all’ambiente saranno il filo rosso del percorso che ci condurrà lungo le quindici stazioni fino a Piazza San Pietro".

Nel cammino saranno presenti alcune immagini della Via Crucis Latinoamericana, realizzata
dall’argentino Adolfo Pérez Esquivel nel 1992 per ricordare i 500 anni dall’inizio della conquista delle Americhe, che si alterneranno a quelle dei tanti martiri, come Oscar Arnulfo Romero, Dorothy Stang, Ezechiele Ramin, Chico Mendes, Cleusa Carolina Coelho e Marçal de Souza, uomini e donne che sono morti per difendere la Casa Comune.

“Per molti popoli dell’Amazzonia – spiega il missionario comboniano, fratel Antonio Soffientini – la vita sembra proprio una Via Crucis. Ogni giorno è una stazione in cui sperimentano la sofferenza della croce. Celebrare insieme agli indigeni questo momento significa camminare con loro e aiutarli a portare queste croci, ricordando che il Venerdì Santo non è l’ultima parola e che la Via Crucis ha un senso perché esiste la domenica di Pasqua, la gioia della Resurrezione. Vogliamo essere solidali con le sofferenze dei nostri fratelli. Per questo motivo, nelle diverse stazioni ricorderemo le diverse violazioni dei diritti umani e i martiri che hanno lottato in questi anni per gli ideali di libertà, giustizia sociale, solidarietà”.