"Nessuno di noi è un criminale, nessuno di noi fa dei grossi peccati come aveva fatto Davide con la moglie di Uria, nessuno. Ma dove è il pericolo? Lasciarsi scivolare lentamente perché è una caduta con anestesia, tu non te ne accorgi, ma lentamente si scivola, si relativizzano le cose e si perde la fedeltà a Dio. Queste donne erano di altri popoli, avevano altri dèi, e quante volte noi dimentichiamo il Signore ed entriamo in negoziato con altri dei: il denaro, la vanità, l’orgoglio. Ma questo si fa lentamente e se non c’è la grazia di Dio, si perde tutto". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa pronunciata a Santa Marta.

"Pensiamo - ha aggiunto Francesco secondo quanto diffuso da Vatican News - a questo peccato della mondanità. Di perdere il genuino del Vangelo. Il genuino della Parola di Dio, di perdere l’amore di questo Dio che ha dato la vita per noi. Non si può stare bene con Dio e con il diavolo. Questo lo diciamo tutti noi quando parliamo di una persona che è un po’ così: questo sta bene con Dio e con il diavolo. Ha perso la fedeltà".

"Pensiamo - ha concluso il Pontefice - a questo peccato di Salomone, pensiamo a come è caduto quel Salomone saggio, benedetto dal Signore, con tutte le eredità del padre Davide, come è caduto lentamente, anestetizzato verso questa idolatria, verso questa mondanità e gli è stato tolto il regno. Chiediamo al Signore la grazia di capire quando il nostro cuore incomincia a indebolirsi e a scivolare, per fermarci. Sarà la sua grazia e il suo amore a fermarci se noi lo preghiamo".