“In questi giorni di Quaresima abbiamo visto le persecuzioni subite da Gesù e come i dottori della legge si sono accaniti contro di Lui: è stato giudicato con accanimento essendo innocente. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l’accanimento”. Lo ha detto il Papa, stamane, iniziando così la Messa mattutina a Santa Marta.

"Nessuno di noi - ha detto Francesco nell'omelia - è venuto nel mondo per casualità, ognuno ha un destino, un destino libero, il destino d'elezione, io nasco con il destino di essere figlio di Dio, di essere servo di Dio col compito di servire, di costruire, di edificare e questo dal seno materno. Gesù servì fino alla morte, sembrava una sconfitta nel modo di servire e questo sottolinea il modo di servire che noi dobbiamo prendere nella nostra vita: servire è darsi agli altri, servire non pretendere per ognuno di noi qualche beneficio che non sia il servire".

"Quando il popolo di Dio - ha aggiunto il Papa - si allontana di questo atteggiamento di servire è un popolo apostata, che si allontana dalla vocazione che Dio ha dato e quando ognuno di noi si allontana di questa vocazione di servire si allontana dall'amore di Dio".

Ognuno di noi - ha concluso - "può cadere, è caduto... soltanto la Madonna e Gesù non sono mai caduti, tutti gli altri siamo peccatori ma quello che importa è l'atteggiamento davanti a Dio che mi ha eletto, che mi ha unto come servo e l'atteggiamento di un peccatore che è capace di chiedere perdono come Pietro che quando canta il gallo piange e si pente e questa è la strada del servo. Pensiamo che siamo servi per servire, non per approfittare del nostro posto nella chiesa, servire sempre: chiediamo una grazia di perseverare nel servizio... alle volte con scivolate, cadute, ma la grazia almeno di piangere come ha pianto Pietro".