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Con la nostra “miseria consegnata alla sua misericordia” Dio può fare molto.

Alla preghiera dell’ Angelus il Papa ha salutato gli anziani e pregato per le alluvioni in Cina e per le Olimpiadi

Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico |  | Vatican Media Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico | | Vatican Media

Proviamo a metterci al posto di quel ragazzo cui viene chiesto di sfamare una moltitudine con pochi pani e pesci. Da questa riflessione parte Papa Francesco per commentare il brano del Vangelo di oggi, la moltiplicazione dei Pani e dei pesci. 

Sembra una proposta insensata. Perché privare una persona, per lo più un ragazzo, di quello che si è portato da casa e ha il diritto di tenere per sé? Perché togliere a uno ciò che comunque non basta a sfamare tutti? Umanamente è illogico. Ma per Dio no. Anzi, proprio grazie a quel piccolo dono gratuito, e perciò eroico, Gesù può sfamare tutti”.

E allora ognuno deve chiedersi “Oggi che cosa porto a Gesù?”. 

Con la nostra “miseria consegnata alla sua misericordia” Dio può fare molto. Gesù chiede di donare, e “il vero miracolo, dice Gesù, non è la moltiplicazione che produce vanto e potere, ma la divisione, la condivisione, che accresce l’amore e permette a Dio di compiere prodigi. Anche oggi il moltiplicarsi dei beni non risolve i problemi senza una giusta condivisione”.

Lo scandalo della fame dei bambini: “circa settemila bambini sotto i cinque anni muoiono per motivi legati alla malnutrizione. Di fronte a scandali come questi Gesù rivolge anche a noi un invito, un invito simile a quello che probabilmente ricevette il ragazzo del Vangelo, che non ha nome e nel quale possiamo vederci tutti noi: “Coraggio, dona il poco che hai, i tuoi talenti e i tuoi beni, mettili a disposizione di Gesù e dei fratelli. Non temere, nulla andrà perso, perché, se condividi, Dio moltiplica. Scaccia la falsa modestia di sentirti inadeguato, fidati. Credi nell’amore, nel potere del servizio, nella forza della gratuità””.

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Dopo la preghiera il Papa ha salutato Nonni e nipoti, giovani e anziani che “insieme hanno manifestato uno dei volti belli della Chiesa e hanno mostrato l’alleanza tra le generazioni. Invito a celebrare questa Giornata in ogni comunità e ad andare a trovare i nonni e gli anziani più soli per consegnare loro il mio messaggio, ispirato alla promessa di Gesù: “Io sono con te tutti i giorni”. Chiedo al Signore che questa festa aiuti noi che siamo più avanti negli anni a rispondere alla sua chiamata in questa stagione della vita, e mostri alla società il valore della presenza dei nonni e degli anziani”. I nonni hanno linfa della storia che sale e da forza all'albero che cresce, ha aggiunto il Papa. Senza dialogo tra giovani e nonni la vita non va avanti, è una sfida per la nostra cultura. 

Un pensiero anche alla città di Zhengzhou e la provincia dell’Henan colpite da devastanti inondazioni: “Prego per le vittime e le loro famiglie, ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa calamità”.

E poi il saluto alle Olimpiadi: “In questo tempo di pandemia, questi Giochi siano un segno di speranza, un segno di fratellanza universale all’insegna del sano agonismo. Dio benedica gli organizzatori, gli atleti e tutti coloro che collaborano per questa grande festa dello sport!”.