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La Spina di Borgo, le fontane e fontanelle traferite in tutta Roma

Le fontane che segnavano la vita del quartiere e anche quelle più recenti e i loro spostamenti dopo la demolizione

Fontana di Piazza Scossacavalli ora di fronte Sant' Andrea della Valle   |  | pd
Fontana di Piazza Scossacavalli ora di fronte Sant' Andrea della Valle | | pd
Fontana di Piazza Scossacavalli  |  | Istituto Luce
Fontana di Piazza Scossacavalli | | Istituto Luce
Fontana del draghetto |  | pd
Fontana del draghetto | | pd
Fontana del draghetto |  | pd
Fontana del draghetto | | pd
Piazza Scossacavalli e la fontana prima della demolizione definitiva |  | Archivio Luce
Piazza Scossacavalli e la fontana prima della demolizione definitiva | | Archivio Luce
La fontana dei delfini  |  | PD
La fontana dei delfini | | PD

Non si può lasciare la strada del cammino storico nel quartiere di Borghi, nella Spina ormai scomparsa con le sue chiese e i suoi palazzi senza ricordare un altro fondamentale elemento architettonico: le fontane. E una in particolare è quasi il simbolo della urbanistica romana moderna, piena di ripensamenti e abbastanza confusa.

La protagonista oggi è la fontana di quella che fu Piazza Scossacavalli. Una fontana seicentesca che segnava il centro della piazza che era il centro del quartiere. Si perché Piazza San Pietro non ha nulla da offrire al quartiere. E’ la piazza monumentale della basilica, per le grandi adunate di fedeli, per i pellegrini. Ma il quartiere, Borghi, aveva bisogno di piazze vive. E quella di Scossacavalli con le chiese, la fontana, la fermata del tram, lo era. 

Ma demolita la Spina che fine doveva fare la fontana? 

Faceva parte del gruppo di tre fontane volute da Paolo V Borghese nella prima metà del 1600 e fu disegnata da Carlo Maderno, l’architetto della facciata di San Pietro.

Riutilizzava, come speso all’epoca, una vasca romana come anche la fontana del Maderno al Cortile del Belvedere nei Palazzi vaticani.  Un modello classico dell’epoca. 

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Nel momento delle demolizioni la fontana fu smontata e restaurata forse perché qualcuna pensava di riposizionarla al centro dello “stradone vuoto”. Nel 1941 se la contesero Vaticano e Comune di Roma che alla fine vinse e decise lo spostamento della fontana. I pezzi rimasero in magazzino fino al 1954. Allora si pensò di usarla a Piazza della Pilotta che avrebbe dovuto ospitare un parcheggio sotterraneo. Non se ne fece nulla e la fontana non trovava una casa. Si pensava alla “nuova” Piazza Pio XII, a Piazza Febo, a Piazza della Quercia e tanti altri posti.

Alla fine si pensò allo slargo davanti sant’ Andrea della Valle, una piazza artificiale nata dalle demolizioni per la costruzione di Corso Rinascimento. La facciata della chiesa è opera del Maderno e così si ristabilisce una continuità architettonica. Dopo un restauro accurato nel 1957 la fontana venne inaugurata. Oggi nessun ci fa caso, è solo uno spartitraffico nel caos di una città snaturata. 

Oltre alla storia affascinante della fontana di Scossacavalli ci sono tante altre “fontanelle” a muro che hanno una storia speciale. Ci sono molti disegni che documentano la presenza delle fontane dell’epoca di Paolo V, spesso progettate dal Maderno. Le fontane erano un servizio per la popolazione non solo una decorazione. 

Una delle fontanelle ancora visibile è quella del drago allora a Borgo Nuovo, sul palazzo dei Penitenzieri. Riceveva acqua dalla fontana di Scossacavalli, ma già a fine ‘800 rimase senza un afflusso utile.

Davano fastidio alla fermate del tram già nel 1916. Ma allora al Ministero si volle che le fontane anche se solo come monumento, rimanessero a Borghi. 

Un’altra fontana famosa è quella che segna il limite della Spina verso Castel Sant’ Angelo. La fontana dei Delfini è moderna, è degli anni ’20 e fa parte di un vasto progetto di fontane per il quartiere. Venne smontata e ricostruita in Vaticano. C’è poi la fontana delle palle di cannone che ora è a via di Porta Castello ( aveva due pini secolari come decorazione che sono stati abbattuti senza essere sostituiti da nulla), e quella delle Tiare tra il colonnato e via di Porta Angelica, l’unica ancora nella posizione originale. 

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Il grande progetto degli anni ’20 del Governatorato di Roma è stato in parte vanificato dalle demolizioni, ma ci sono ancora diverse fontanelle attive con acqua buonissima a Borghi.

Molte delle fontane vennero smontate e “riutilizzate” in varie zone di Roma negli anni ’50.