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1919, l'appello di Benedetto XV per i bambini nel primo dopoguerra

Con l'enciclica Paterno Iam Diu il Papa chiedeva impegni concreti per i bambini malnutriti dopo la Prima Guerra Mondiale

Papa Benedetto XV |  | pubblico dominio Papa Benedetto XV | | pubblico dominio

E' una vera e propria enciclica-appello la Paterno Iam Diu di Papa Benedetto XV, scritta nel 1919 un anno dopo la fine della Prima Guerra Mondiale che il Papa definì come "inutile strage".

Nel testo Benedetto XV chiede che si aiutino concretamente i bambini che patiscono la fame nell'Europa centrale, alle prese con le conseguenze del conflitto.

Da ogni dove - scriveva il Papa - Ci giunge notizia che quelle popolose regioni, di cui stiamo parlando, soffrono di tale penuria di alimenti e di vestiario, quale appena è dato immaginare. Frattanto è compromessa e distrutta la salute delle persone più deboli e in primo luogo dei fanciulli; e tanto più siamo afflitti per la loro sventura in quanto essi non solo sono innocenti e ignari del micidiale conflitto che abbiamo visto insanguinare quasi tutto l’orbe terrestre, ma per di più essi sono predestinati come genitori di nuove stirpi che risentiranno della gracilità nativa".

L'enciclica viene pubblicata poco prima del Natale 1919 e Benedetto XV rileva che "non esiste nessuna occasione più propizia di questa per implorare, a favore di fanciulli innocenti, la carità e la compassione dei fedeli di Cristo e la solidarietà di quanti non disperano nella salvezza del genere umano".

Il Papa chiede ai vescovi del mondo - concludendo - gesti concreti. "E' necessario raccogliere, oltre al denaro, anche alimenti e medicine, vesti e indumenti di cui i popoli di quelle regioni difettano maggiormente. Inoltre, allo scopo di precedere gli altri con l’esempio, malgrado le continue richieste di soccorso che Ci pervengono da ogni dove, abbiamo deciso, conforme alle Nostre disponibilità, di erogare a sollievo di quei fanciulli, la somma di centomila lire italiane".

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