"Diamo oggi inizio alla prima edizione della "Cattedra dell'Accoglienza", che ha come tema generale “L'accoglienza dimensione fondamentale dell'essere umano e della terra". In questi giorni ci viene offerta una preziosa opportunità per approfondire i principi antropologici, etici e religiosi dell’accoglienza, facendo nostre le principali sfide che essa offre alle nostre comunità ecclesiali e le domande che pone all’intera società, anche dal punto di vista giuridico ed economico". Con queste parole il Cardinale Pietro Parolin presenta l'evento formativo di cinque giorni a Sacrofano, vicino Roma, per approfondire i profili antropologici ed etici dell’accoglienza; i profili religiosi (nelle diverse tradizioni religiose, con particolare riferimento a quella cristiana); le principali sfide giuridico-economiche del “sistema accoglienza”.

"La Sacra Scrittura ci insegna che l’accoglienza d Dio è unita indissolubilmente all’accoglienza del fratello e della sorella. Dio non manca di dilatare il nostro cuore e renderlo capace di accogliere, e dunque di ascoltare, dialogare, sostenere, aiutare, accompagnare. Le scelte concrete da compiere nel quotidiano e le sfide che la società odierna deve affrontare ci suggeriscono poi di scorgere nella fraternità universale il fondamento profondo dell’accoglienza, oggi come non mai indispensabile per costruire un mondo rappacificato, nel quale il diritto ad una vita libera e dignitosa venga assicurato ad ogni essere umano, in qualunque parte del mondo si trovi, specialmente se nel suo Paese questo non è possibile o se vi è perseguitato", dice il Segretario di Stato nel suo intervento.

"A tal proposito, anche la condivisione dei beni e delle risorse può certamente favorire un atteggiamento accogliente da parte dei popoli che vivono nel cosiddetto mondo sviluppato. La cura di ogni essere umano favorirà poi quel dialogo tra i popoli di cui oggi si sente urgente bisogno. L’accoglienza non si può certamente insegnare sui banchi di scuola, ma è utile che la ricerca accademica possa “renderci ragione” dell’essere accoglienti", sottolinea ancora Parolin.

"Oggi c’è un grande nemico dell’accoglienza: la paura! E l’opinione pubblica sembra trovare motivi sempre validi per alimentare questa paura, che arriva a condizionare le scelte politiche di Governi istituzioni. È di queste ore il dibattito, non sempre costruttivo e proficuo, che si è generato a partire dalla tragedia consumatasi al largo di Cutro, dove il 26 febbraio scorso è terminato il viaggio di 180 migranti, con un bilancio gravissimo e tristissimo di vittime e dispersi, molti dei quali sono bambini. Quella disgrazia è un monito alle nostre coscienze e non può lasciarci né indifferenti né bloccati dalla paura", conclude il Segretario di Stato.