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Papa Francesco, i confessori devono moltiplicare i “focolai di misericordia"

L'udienza del Papa ai partecipanti al corso sul foro interno |  | Vatican Media
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"Nel mondo, lo vediamo purtroppo ogni giorno, non mancano i focolai di odio e di vendetta. Noi confessori dobbiamo moltiplicare allora i “focolai di misericordia"".

Papa Francesco lo ha detto ai partecipanti al XXXIII Corso sul Foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica che si conclude domani.

"Da sempre- ha detto il Papa-  la Chiesa, con stili differenti nelle varie epoche, ha espresso questa sua “identità di misericordia”, rivolta sia al corpo sia all’anima, desiderando, con il suo Signore, la salvezza integrale della persona. L’opera della misericordia divina viene così a coincidere con la stessa azione missionaria della Chiesa, con l’evangelizzazione, perché in essa traspare il volto di Dio così come Gesù ce lo ha mostrato". Francesco ha spiegato quale deve essere la attitudine del confessore, che deve essere cosciente di essere peccatole,deve accogliere tutti senza pregiudizi, ascoltare i fratelli con l’orecchio del cuore, ferito come il cuore di Cristo; assolvere i penitenti, dispensando con generosità il perdono di Dio; accompagnare il percorso penitenziale, senza forzature, mantenendo il passo dei fedeli, con pazienza e preghiera

E  ha chiesto con chiarezza che il Sacramento della Riconciliazione deve avere grande spazio  nella pastorale a cominciare dai bambini.

E spiega che la Confessione individuale rappresenta la strada privilegiata da percorrere, perché favorisce l’incontro personale con la Divina Misericordia, che ogni cuore pentito attende" e "le celebrazioni comunitarie siano valorizzate in alcune occasioni, senza rinunciare alle Confessioni individuali come forma ordinaria della celebrazione del sacramento".

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Conclude poi il Papa spiegando che "siamo in una lotta soprannaturale, una lotta che appare particolarmente virulenta nel nostro tempo, anche se conosciamo già l’esito finale della vittoria di Cristo sulle potenze del male. Questa vittoria si attua realmente ogni volta che un penitente viene assolto. Nulla allontana e sconfigge di più il male della divina misericordia".  E aggiunge: "nel confessionale state attenti: mai dialogare con il “male”, mai; si offre ciò che è giusto per il perdono e si apre qualche porta per aiutare ad andare avanti, ma mai fare lo psichiatra o lo psicanalista; per favore, non si entri in queste cose! Se qualcuno di voi ha questa vocazione, la eserciti altrove, ma non nel tribunale della penitenza. Questo è un dialogo che non è conveniente fare nel momento della misericordia".

Nel suo saluto iniziale il Penitenziere Maggiore, il cardinale Mauro Piacenza ha messo in relazione pace e misericordia e "come la misericordia, anche la pace è innanzitutto dono di Dio, da implorare incessantemente, così come è necessario domandare il perdono, senza mai stancarsi, con volontà ferma e costante; è necessario mendicare dal Padre celeste il dono della pace, senza mai disperare.

La misericordia è sempre possibile!

La pace è sempre possibile! Dio Padre in realtà, ha già risposto all’umanità dando un nome alla misericordia e alla pace e questo nome è Gesù!"