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Il Messaggio del Papa ai membri del Gruppo del Partito Popolare Europeo

Alcune riflessioni del Papa condivise con i Membri del Gruppo del Partito Popolare Europeo nel Parlamento Europeo

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez / ACI group Papa Francesco | | Daniel Ibanez / ACI group

Il Papa invia un Messaggio ai membri del Gruppo del Partito Popolare nel Parlamento Europeo, istituzione che ha visitato nel novembre del 2014, e coglie l’occasione per condividere alcune riflessioni.

La prima: “siete parlamentari, dunque siete rappresentanti dei cittadini che vi hanno affidato un mandato”.

“Quando ci furono le prime elezioni del Parlamento Europeo, la gente si è interessata, era una novità, un passo avanti importante nella costruzione dell’Europa unita. Ma, come sempre, col passare del tempo l’interesse diminuisce; e allora è necessario curare bene il rapporto tra i cittadini e i parlamentari. Questo è un problema classico delle democrazie rappresentative. E se già è difficile tenere vivo il legame all’interno di ciascun Paese, a maggior ragione lo è per il Parlamento Europeo, che è ancora più “lontano”. Ma d’altra parte oggi la comunicazione può aiutare molto a superare le distanze”, dice Francesco.

Un secondo spunto: il pluralismo. “È chiaro che un grande gruppo parlamentare debba prevedere un certo pluralismo interno. Tuttavia, su alcune questioni in cui sono in gioco valori etici primari e punti importanti della dottrina sociale cristiana occorre essere uniti”, sottolinea il Pontefice.

“Voi un patrimonio ricchissimo a cui attingere per portare il vostro contributo originale alla politica europea, cioè la dottrina sociale della Chiesa. Pensiamo, ad esempio, ai due principi di solidarietà e sussidiarietà e alla loro dinamica virtuosa”, consiglia il Papa.

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“Un altro aspetto che ha analogia con questo: la visione di un’Europa che tenga insieme unità e diversità”, un’altra riflessione del Papa.

“Vorrei mettere in evidenza questo termine: fraterna. Come sapete, la fraternità e l’amicizia sociale è il grande “sogno” che ho condiviso con tutta la Chiesa e tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Ritengo che i politici cristiani oggi si dovrebbero riconoscere dalla capacità di tradurre il grande sogno di fraternità in azioni concrete di buona politica a tutti i livelli: locale, nazionale, internazionale. Ad esempio: sfide come quella delle migrazioni, o quella della cura del pianeta, mi pare che si possano affrontare solo a partire da questo grande principio ispiratore: la fraternità umana”, dice ancora il Pontefice.

“E vorrei concludere con un’ultima osservazione: chi sono quelli che vivono di più l’Europa unita? Voi me lo insegnate: sono i giovani. Oggi si comincia presto a fare periodi di studio all’estero; poi, per l’università, specialmente le specializzazioni, l’orizzonte è europeo; e così per la ricerca del lavoro... Non mi riferisco alla triste necessità, che purtroppo c’è, di andare altrove per la mancanza di opportunità in patria; no, ma al fatto che per i giovani ormai è normale, ad esempio, fare una prima parte di studi nel proprio Paese e specializzarsi in un altro. Un po’ come avveniva nel Medioevo: si studiava un po’ a Padova, un po’ a Parigi, un po’ a Oxford o a Heidelberg... Guardiamo a loro, ai giovani, e pensiamo a un’Europa e a un mondo che siano all’altezza dei loro sogni”, conclude così il Papa il suo messaggio.